Carpi , domenica, 29. dicembre, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Il Figlio di Dio ha voluto iniziare la sua missione di Salvatore all’interno di una famiglia, la quale non solo è la prima realtà che Gesù ha santificato con la sua presenza, ma anche luogo dove il Bambino Gesù, fragile, senza potere e minacciato ha trovato aiuto, cure e protezione. Erode cerca di ucciderlo, ma Dio lo protegge e si serve, come suo strumento, di san Giuseppe il quale obbedisce con prontezza e disponibilità a quanto gli viene chiesto per proteggere e custodire Maria e il bambino. L’obbedienza di Giuseppe non è inquinata da interessi personali perché egli ha fatto della volontà di Dio la legge suprema della sua vita.
Insieme a Giuseppe nella Sacra Famiglia è presente la Vergine Maria, alla cui cura materna è affidata la crescita di Gesù. Giuseppe e Maria hanno due ruoli diversi, ma entrambi sono stati posti da Dio al servizio del suo Figlio divenuto bambino, il quale come tutti i bambini è minacciato in molti modi e dipende, per vivere, da Giuseppe e Maria.
La famiglia è luogo di amore, di donazione e di trasmissione della vita Per quanto riguarda i figli è opportuno ricordare che i genitori non ne sono i proprietari. Gesù, infatti, non fu solo di Giuseppe e di Maria, ma soprattutto del Padre celeste. I figli, dunque, e non solo Gesù, sono il segno della visita e della benedizione di Dio alla famiglia. Un genitore è tale quando, sull’esempio di Maria e Giuseppe, non piega i figli ai propri desideri, ma li aiuta a scoprire il disegno di Dio sulla loro vita e a raggiungerlo nella libertà, anche se a volte una simile dedizione richiede dolorosi distacchi.
Dalla Sacra Famiglia i genitori ricevono anche il dono della speranza, che è la certezza che nessun sacrificio andrà perduto, nessuna sofferenza sarà stata vana se ci si pone al servizio della paternità divina. Giuseppe e Maria, è detto nel Vangelo, “portarono il bambino per offrirlo al Signore”. Con la presentazione del Bambino essi riconoscono che il proprio figlio è dono di Dio ed appartiene a Lui. I genitori, oggi, dichiarano questa verità quando chiedono il Battesimo per il loro figlio e si impegnano ad educarlo nella fede della Chiesa.
E’ quanto, in effetti, hanno fatto Maria e Giuseppe. Il Figlio di Dio, nato da una donna, cresce in un ambiente familiare, sociale, culturale e religioso ben preciso. In questo ambiente, aiutato dalla testimonianza e dalla parola dei suoi genitori, impara le tradizioni religiose e cultuali del suo popolo, vive l’obbedienza alla Sacra Scrittura, conosce la verità su Dio. La famiglia in tal modo diventa mezzo di arricchimento per la comunità e la comunità sostiene la famiglia nel proprio faticoso cammino umano e di fede.