Non una dottrina ma l’incontro con una persona reale. A dieci anni dalla morte di Giussanicosa c’è di lui ancora in CL e come è cresciuta?
Savorana: “ Della sua eredità c’è la strada che lui ci ha indicato la possibilità di fare un cammino umano come fu per lui. Perché don Giussani non spiegava il cristianesimo, lo incarnava, lo viveva e continuamente rifletteva sull’esperienza che faceva comunicandola come una possibilità per tutti. Quello che resta oggi è la giuda di don Carron, il sacerdote che Giustina ha chiamato dalla Spagna per succedergli nella conduzione del movimento ed è anche comunicare il desiderio la possibilità di rivivere l’esperienza cristiana che aveva affascinato don Giussani e l’esperienza cristiana che ha fatto don Giustina è quella che gli veniva dalla tradizione, di Cristo risposta al bisogno sterminato dell’uomo. Per questo la sua attualità sta nel fatto che se l’uomo non coltiva la sua umanità, se non prende sul serio le domande del suo cuore, difficilmente potrà rintracciare in Cristo e nei cristiani una risposta. Se invece l’uomo rinuncia a se stesso può trovare qualcuno la cui vita cambiata risulta desiderabile. Al Sinodo del 1987 Giussani disse che l’uomo contemporaneo, come è detto nella Deus Caritas est di Benedetto XVI, non ha bisogno della ripetizione verbale dell’ annuncio, ma di imbattersi in persone così cambiate dall’ annuncio cristiano che la loro vita risulta desiderabile.
Da Gioventù studentesca alla Compagnia delle Opere passando per la Fraternità di San Carlo, una storia lunga che va dalla realtà più spirituale a quella più concreta e fattiva. CL che cos’è?
Savorana: “ Detto in una parola è una vita. E’ un fenomeno di vita che tende ad investire tutti gli ambiti, tutte le circostanze della esistenza umana, perché qualla cristiana è una proposta che ha la pretese di riguardare tutto l’uomo. Dal livello più semplice ed elementare della vita della persona fino alla alla vita della società e del mondo. E’ la sfida che don Giussani ha perseguito per tutta la sua vita, quella di generare persone adulte che si ano così certo che Cristo è la risposta al problema dell’uomo che tendono ad investire di questa certezza tutta la vita. Dalla cultura, all’ educazione alla società fino alla politica. Certo assumendosi una responsabilità e correndo il rischio che è in ogni tentativo umano di sbagliare. Don Giussani diceva sempre che i nostri sono tentativi ironici. Non abbiamo la pretesa di avere la risposta automentica ad ogni problema, ma di tentare con chiunque è disponibile la strada per rendere più umana ed adeguata la vita.”
Ultima domanda d’obbligo: il rapporto tra Giussani e Joseph Ratzinger. E’ stato l’allora cardinale a celebrare i suoi funerali, nella Deus Caritas est si sente l’effetto dei tanti incontri che per anni ci sono stati tra i due. Oggi questo rapporto vi dice ancora qualcosa di particolare?
Savorana: “ Assolutamente si come credo dica a tanti cristiani oggi e allo stesso Papa Francesco che non fa mistero del legame e dell’affetto che ha per il suo predecessore.
Don Giussani ha vissuto alcuni decenni di rapporto molto stretto, intimo e personale con l’allora cardinale Ratzinger. Un rapporto mai ostentato, mai utilizzato per altri scopi che non fossero l’approfondimento, direi comune, dell’esperienza di fede dell’ uno e dell’altro. Il cardinale Ratzinger era la persone cui don Giussani si rivolgeva ogni volta in cui gli sorgeva qualche interrogativo rispetto alle cose che diceva al Movimento, alle cose che comunicava come proposta cristiana. Veniva a Roma, lo incontrava e chiedeva a lui che sentiva come un punto di riferimento sicuro per la sua vita, un giudizio, un parere, una correzione. E questo rende ancora più grande l’affetto per il Papa emerito che con il suo gesto di rinuncia ha reso evidente a tutti gli uomini il suo attaccamento unico per la figura di Cristo.”
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