Città del Vaticano , mercoledì, 18. dicembre, 2019 16:00 (ACI Stampa).
Non è un caso che Papa Francesco abbia deciso che fosse Karaganda la sede della nuova amministrazione per i cattolici di rito bizantino del Kazakistan e dell’Asia Centrale. Perché quella città è nota per essere stato uno dei più grandi “lager a cielo aperto” dell’Unione Sovietica. E lì finirono anche molti greco cattolici ucraini, ricordati ad ottobre 2017 dall’arcivescovo maggiore Shevchuk in una lettera pastorale.
Proprio il capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina è stato in Kazakistan per intronizzare Vasyl Hovera come amministratore apostolico per i cattolici di rito bizantino, insieme all’arcivescovo Cyril Vasil, segretario della Congregazione delle Chiese Orientali. Una visita di tre giorni, dal 14 al 16 dicembre, con al culmine, appunto a Karaganda.
Karaganda era al centro del Karlag (il Karaganda lager), un sistema di 26 campi di concentramento che si estendeva per 300 chilometri in un senso e 200 nell’altro. Lì, nel mezzo della steppa centroasiatica, finirono in circa un milione e mezzo di “traditori della patria”, come venivano definiti dai bolscevichi, vale a dire persone provenienti da 100 etnie diverse. Tra questi, migliaia di polacchi, tedeschi ed ucraini, uccisi da esecuzioni sommarie e torture o dalle temperature inumane. Quelli destinati a Karlag erano soprattutto cattolici. E la Chiesa Greco Cattolica, specialmente dopo lo pseudo sinodo di Lviv, era un bersaglio quanto la Chiesa di rito latino. A Karganda fu martirizzato il sacerdote Alexij Saritski, che San Giovanni Paolo II beatificò nel 2001.
Fino a quest’anno, padre Vasyl Hovera aveva avuto l’incarico di delegato per i fedeli cattolici di rito bizantino della regione. L’1 giugno, Papa Francesco ha invece eretto una amministrazione apostolica per i Cattolici di Rito Bizantino, con sede a Karaganda. L’arcivescovo maggiore Shevchuk ha così celebrato, il 15 dicembre, la Divina Liturgia per l’intronizzazione dell’amministratore.
La nuova amministrazione, ha detto Sua Beatitudine Shevchuk, “non è destinata solo agli ucraini, ma a tutte le persone che cercano Dio”. Nell’omelia, Sua Beatitudine ha anche spiegato che l’amministrazione “significa un nuovo, più alto grado di organizzazione della vita ordinata dei greco-cattolici in questa parte del mondo, e rappresenta un altro passo verso la costituzione di una diocesi su queste terre, nonché un altro passo per l’edificazione di una comunità cristiana matura”.