Città del Vaticano , venerdì, 13. dicembre, 2019 19:21 (ACI Stampa).
Miguel Angel Fiorito, maestro del dialogo che sapeva stare in silenzio, paziente, non geloso del suo lavoro, straordinario nell’aiutare al discernimento, studioso impareggiabile di Sant’Ignazio e dei suoi esercizi spirituali: così Papa Francesco tratteggia la figura del “maestro Fiorito”, persona di riferimento per lui, di cui ha presentato la raccolta di scritti oggi, un volume di cui ha firmato anche la prefazione.
Quello che Papa Francesco fa del maestro Fiorito è il ritratto appassionato di un discepolo ammirato per il maestro, cui riconosce, tra i tanti, un merito fondamentale: sapeva “tenersi fuori” per dare spazio all’ascolto, e questo gli permetteva di “padroneggiare i conflitti, di prenderne le distanze per non restarne coinvolto”. Atteggiamento che ne face, “senza pretese teoretiche, ma in modo pratico, Fiorito è stato il grande disideologizzatore della provincia in un’epoca molto ideologizzata”. E lo ha fatto “risvegliando la passione a dialogare bene, con se stessi, con gli altri e con il Signore. E a non dialogare con la tentazione, a non dialogare con lo spirito cattivo, con il maligno”. Perché “l’ideologia è sempre un monologo con una sola idea e Fiorito aiutava il suo interlocutore a distinguere dentro di sé le voci del bene e del male dalla sua propria voce, e ciò apriva la mente perché apriva il cuore a Dio e agli altri”.
Il fatto di essere uomo del dialogo è, per Papa Francesco, una delle caratteristiche principali del Maestro Fiorito, che “parlava poco, ma aveva una grande capacità di ascolto”. Il ritratto che ne fa il Papa è quello di un maestro che “non ha fatto molto per farsi conoscere, ma da buon maestro ha fatto conoscere molti buoni autori ai suoi discepoli”, ha trasmesso il “senso di scuola” e sarebbe contento di sapere che il suo libro viene presentato da un suo discepolo, come si definisce il Papa, e curato da un altro, perché “il vero maestro in senso evangelico è contento che i suoi discepoli diventino anche loro dei maestri, e a sua volta mantiene sempre la condizione di discepolo”.
Papa Francesco ricorda il primo incontro con Fiorito, nel 1961, quando insegnava Metafisica nel Collegio Massimo di San Giuseppe, e divenne il suo padre spirituale e gli fece prendere confidenza con “autori che mi accompagnano da allora: Guardini, Hugo Rahner con il suo libro sulla genesi storica della spiritualità di Sant’Ignazio, Fessard e la sua dialettica degli esercizi.
Rahner, nota Papa Francesco, fu fondamentale per la “conversione spirituale” di Fiorito, tanto che prenderà proprio dalla spiritualità ignaziana contenuto e stile.