Roma , venerdì, 13. dicembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
"Tu scendi dalle stelle" è il canto di Natale forse più noto, o comunque cantato al mondo, e può vantare innumerevoli imitazioni e parodie. Ma il senso di questo canto è molto meno scontato di quanto si possa immaginare. Bisognerebbe infatti ricordare com'è nato e qual'è il suo "creatore".
Dunque, proprio alla vigilia di questo Natale, il consiglio è di approfittare di una nuova edizione delle Paoline per rileggere le pagine sul "Natale. Meditazioni e poesie" di Alfonso Maria de' Liguori. Sì, proprio lui, importante avvocato, poi vescovo e infine santo. Fu lui a scrivere "Tu scendi dalle stelle" e poi l'altro canto natalizio tanto caro alla nostra tradizione più schiettamente popolare, "Quando nascette Ninno a Bettlemme".
Nel libro, che contiene 46 meditazioni e sei poesie, scritte nel 1758, sono contenute le indicazioni precise per vivere il Natale con genuino sentimento cristiano, fuori dagli "schemi" imposti dal consumismo sfrenato. "Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepe per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascere in essi è ripari Gesù Cristo.
Tra questi pochi però vogliamo essere ancora noi, acciocche' siamo fatti degni di restare accesi di questo felice fuoco, che rende le anime contente in questa terra e beate in cielo", scriveva Sant'Alfonso, infatti. E questa osservazione oggi sembra quasi spropositata, rispetto a quanto succede in questo periodo di festa. Perché oggi già allestire un presepe rappresenta un bel passo avanti rispetto alla coscienza di ciò che dovrebbe essere il Natale...
Oltretutto, questo libro rappresenta un bella occasione per rinnovare la conoscenza, o magari per farla per la prima volta, con questo santo dalla missione straordinaria. Nato nei pressi di Napoli nel 1696, laureatosi a 16 anni in diritto canonico, diventa un acclamato civilista che si guadagna la fama di non perdere mai una causa. Invece, nel 1723, accade l'impensabile: il dottor Alfonso perde un clamoroso processo. E questo lo spinge a cambiare vita. Diventa sacerdote, con una peculiarità: vive nel mondo dei "lazzaroni", per non lasciarli vivere una vita perduta istituisce le Cappelle serotine. Nel 1732 fonda a Scala, a Salerno, i Missionari Redentoristi con lo scopo di andare a catechizzare i contadini più poveri e abbandonati a se stessi. Viene nominato vescovo nel 1762 e dopo 13 anni chiede e ottiene l'esonero, si ritira in un paese campano, dove muore nel 1787. Viene proclamato santo nel 1839, nel 1871 dottore della Chiesa, mentre nel 1950 papa Pio XII lo nomina patrono dei confessori.