Roma , giovedì, 12. dicembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
“Joseph Ratzinger ha colto tutto il travaglio culturale e spirituale dell’ Europa, un travaglio che ha radici lontane, segnato dalla secolarizzazione, ancor prima che dalla trasformazione in senso multiculturale del tessuto sociale, e che ha determinato una crisi della cristianità o della civiltà cristiana". Così parlava di Papa Benedetto XVI - poco più di un anno fa - Marta Cartabia, eletta ieri all'unanimità Presidente della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana.
Per la prima volta una donna presiederà la Corte che custodisce e difende i principi costituzionali della Repubblica.
Marta Cartabia ha 56 anni, di formazione cattolica, vicina da 30 anni a Comunione e Liberazione ed estimatrice del Papa Emerito. Guiderà la Consulta fino al settembre 2020 quando scadrà il mandato: è stata nominata infatti nel settembre 2011 dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Che la nuova guida della Consulta apprezzi il pensiero di Papa Benedetto non è certo un mistero: nel 2013 ha curato il volume “La legge di Salomone. Ragione e diritto nei discorsi di Benedetto XVI”, un testo pubblicato anche in lingua inglese.
Presentando il volume al Quirinale nel 2014, Cartabia ribadiva che il tutto era nato dall'invito di Benedetto XVI di "riaprire la discussione sui fondamenti del diritto e sui limiti della ragione positivista. Così il Papa offriva una precisa direzione in cui guardare i fondamenti del diritto, la ragione come fondamento di tutto l'ordine giuridico. Credo che questa continua ripresa della ragione verso la sua vera statura ha bisogno e si nutre di momenti di incontro e di dialogo".