Lungro , venerdì, 6. dicembre, 2019 12:30 (ACI Stampa).
“Mentre celebriamo i solenni Vespri di San Nicola di Mira, Patrono di questa Cattedrale, ci rendiamo conto di come risplendano non soltanto le luci delle candele e lo scintillio delle tessere dei mosaici che decorano la volta e le pareti, ma soprattutto la luce della santità, in particolare quella dei testimoni della Chiesa indivisa”. Lo ha detto il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, nell’omelia pronunciata nel corso dei Solenni Vespri di San Nicola di Mira, in occasione delle celebrazioni conclusive del Centenario dell’erezione dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi.
“Alla sua potente intercessione - ha aggiunto il Cardinale - affidiamo la vostra Eparchia. Non vogliamo dimenticare due intenzioni: quella della pace e della riconciliazione in Medio Oriente, secondo quanto indicato dal Santo Padre insieme ai Patriarchi di quella tormentata regione, Cattolici e non, nell’incontro del 7 luglio 2018; e quella che vedrà Papa Francesco nel febbraio 2020 insieme ai Vescovi di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con l’organizzazione della Conferenza Episcopale Italiana: sia occasione di un risveglio del ruolo e della missione dei cattolici nei diversi Paesi, nell’annuncio del Vangelo e in quella difesa della dignità della persona umana che da esso scaturisce”.
Il Segretario di Stato ha invitato i fedeli dell’Eparchia a percorrere “la via della carità, concretizzata nella parabola del Buon Samaritano: a chi è senza speranza portate il conforto che nasce dalla certezza che Cristo cammina con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo, a chi è nella necessità recate secondo le vostre possibilità il conforto della solidarietà fraterna”.
“Il monumento più bello a commemorazione del primo centenario - ha concluso il Cardinale - sarà la carità che state usando verso quella terra che diede i natali ai vostri antenati e verso la sua popolazione attuale: la vostra carità manifesterà il vero volto della Chiesa di Cristo, che si china sulle ferite, interiori ed esteriori, di tutti i suoi figli”.