Città del Vaticano , mercoledì, 4. dicembre, 2019 11:00 (ACI Stampa).
Solidarnosc compie 40 anni. Ed è per questo che Papa Francesco li incontra in una udienza particolare, prima dell’udienza generale, sottolineando loro che “la sincera ricerca che persone e gruppi compiono per trovare il bene la verità e la giustizia è sempre accompagnato dalla presenza di Dio”.
La presenza del direttivo del sindacato si accompagna anche alla presentazione di una mostra su uno dei membri più illustri del sindacato, il beato Jerzy Popieluszko, che ne fu cappellano. Sacerdote, unitosi al sindacato e grande predicatore anticomunista, fortemente interessato anche alla condizione dei lavoratori siderurgici. La mostra “Il decalogo di padre Jerzy”, promossa dall’ambasciata di Polonia presso la Santa Sede, ne testimonia l’impegno, fino alla morte, avvenuta nel 1984 in maniera violenta per mano di funzionari del governo comunista dopo molti tentativi di ridurlo al silenzio. C’era anche il segretario di Solidarnosc Lech Walesa ai suoi funerali, che radunarono 400 mila persone.
È questa la cornice in cui si inserisce l’udienza di Papa Francesco al direttivo del sindacato, fondato nel 1980 a seguito degli scioperi nei cantieri navali. Prima clandestino, poi fenomeno di massa, il sindacato si affermò perché supportato dal gruppo di intellettuali dissidenti del Comitato di Difesa degli Operai, perché scelse la strada della non violenza e perché fece leva sull’identità cattolica del popolo polacco.
La fondazione di Solidarnosc fu un evento tanto dirompente che Papa Francesco sottolinea che il sindacato autonomo “fu protagonista di cambiamenti politici e sociali nella vostra patria ed ha avuto un ruolo ispiratore anche al di là dei suoi confini”.
Papa Francesco si congratula per il servizio “a favore del bene comune e per i diversi gruppi professionali in Polonia”, ricorda il primo viaggio di San Giovanni Paolo II in Polonia nel 1979, sottolinea che “un segno dell’apertura allo Spirito di Dio è l’atteggiamento di solidarietà con le persone private dei loro inalienabili diritti”.