Città del Vaticano , domenica, 23. agosto, 2015 12:15 (ACI Stampa).
Da giorni ormai la tregua in Ucraina orientale viene rotta sempre più spesso, e gli scontri alla frontiera hanno provocato vittime su entrambi i fronti, con il solito rimpallo di responsabilità che si gioca tra filorussi (che sostengono che una offensive ucraina è all’orizzonte) e filoucraini (che denunciano le continue violazioni alla frontiera dei russi.) Una situazione che Papa Francesco segue con attenzione, e per la quale fa un “accorato appello” al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.
Nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ha addiritttura una intestazione, “Appello per l’Ucraina,” a testimoniare la solennità della richiesta di Papa Francesco. Che sottolinea di seguire “con profonda preoccupazione” il conflitto in Ucraina orientale, “nuovamente insaspritosi in queste ultime settimane.”E rinnova il suo “accorato appello affinché siano rispettati gli impegni presi per giungere alla pacificazione e con l’aiuto delle organizzazioni e delle persone di buona volontà, si risponda all’emergenza umanitaria nel Paese. Il Signore conceda la pace all’amata terra ucraina, che si accinge a celebrare domani la festa nazionale.”
Forse, per giungere davvero alla pace, ci vuole quella conversione dei cuori che Papa Francesco incessantemente chiede. Una conversione dei cuori che significa anche una comprensione del Vangelo diversa, che nasce dall’incontro con una persona, non certo da una richiesta di potere, da una concezione vincente del Messia. E il Vangelo di oggi è lo stimolo per Papa Francesco per sottolineare che la risposta ad ogni interrogativo dell’uomo è Gesù.
Dopo il discorso sul “Pane della Vita,” che Gesù pronuncia dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, “il grande entusiasmo del giorno prima si spense, perché Gesù aveva detto di essere il Pane disceso dal cielo, e che avrebbe dato la sua carne come cibo e il suo sangue come bevanda, alludendo così chiaramente al sacrificio della sua stessa vita.”
Parole che “suscitano delusione nella gente,” perché non sono parole “vincenti” per un Messia, perché la gente si aspetta che Gesù fosse “un Messia che doveva parlare e agire in modo che la sua missione avesse successo”.