Tokyo , martedì, 26. novembre, 2019 7:00 (ACI Stampa).
La visita all'Università Sophia di Tokyo - fondata dai Gesuiti nel 1913 - è stato l'ultimo appuntamento del viaggio apostolico del Papa in Giappone.
"Nessuno studente di questa università - ha detto il Papa nel suo discorso - dovrebbe laurearsi senza aver imparato come scegliere responsabilmente e liberamente ciò che in coscienza sa essere il meglio. Possiate, in ogni situazione, anche in quelle più complesse, interessarvi a ciò che nella vostra condotta è giusto e umano, onesto e responsabile, come decisi difensori dei vulnerabili, e possiate esser conosciuti per quell’integrità che è tanto necessaria in questi momenti, nei quali le parole e le azioni sono spesso false o fuorvianti".
"La vostra università nel suo insieme - ha aggiunto Francesco - è chiamata a concentrarsi sui giovani, che non solo devono essere destinatari di un’educazione qualificata, ma anche partecipare a tale educazione, offrendo le loro idee e condividendo la loro visione e le speranze per il futuro. Possa la vostra Università essere conosciuta per questo modello di confronto e per l’arricchimento e la vitalità che esso produce".
Questo ateneo deve - ha sottolineato ancora il Pontefice - "creare un arcipelago in grado di mettere in relazione ciò che socialmente e culturalmente può essere concepito come separato".
"Gli emarginati - ha concluso Papa Francesco - saranno coinvolti e inseriti in modo creativo nel curriculum universitario, cercando di creare le condizioni perché ciò si traduca nella promozione di uno stile educativo capace di ridurre le fratture e le distanze. Lo studio universitario di qualità, piuttosto che essere considerato un privilegio di pochi, va accompagnato dalla consapevolezza di essere servitori della giustizia e del bene comune; servizio da attuare nell’area che ognuno è chiamato a sviluppare. Una causa che ci riguarda tutti; il consiglio di Pietro a Paolo è valido ancora oggi: non dimentichiamoci dei poveri".