La riflessione del Papa inizia con una immagine familiare allo stile giapponese, la montagna di Dio, dice è un “ montagna la cui cima non si raggiunge col volontarismo o il carrierismo, ma solo con l’attento, paziente e delicato ascolto del Maestro in mezzo ai crocevia del cammino”.
Ecco perché quindi bisogna uscire dal “circolo vizioso dell’ansietà e della competitività” e non si devono consumare “le nostre migliori energie nella ricerca assillante e frenetica della produttività e del consumismo come unico criterio per misurare e convalidare le nostre scelte o definire chi siamo e quanto valiamo. Una misura che a poco a poco ci rende impermeabili e insensibili alle cose importanti, spingendo il cuore a battere per le cose superflue o effimere. Quanto opprime e incatena l’anima l’affanno di credere che tutto possa essere prodotto, conquistato e controllato!”.
I cristiani invece sono “chiamati ad essere una comunità che sviluppi una pedagogia capace di dare il «benvenuto a tutto ciò che non è perfetto, a tutto quello che non è puro né distillato, ma non per questo è meno degno di amore”. Anche questo un messaggio forte per una società come quella giapponese votata alla perfezione.
E conclude il Papa: “per il cristiano l’unica misura possibile con cui giudicare ogni persona e ogni situazione è quella della compassione del Padre per tutti i suoi figli. Uniti al Signore, cooperando e dialogando sempre con tutti gli uomini e le donne di buona volontà e anche con quelli di diverse convinzioni religiose, possiamo trasformarci in lievito profetico di una società che sempre più protegga e si prenda cura di ogni vita”.
Nel suo breve saluto l’ Arcivescovo di Tokyo Tarcisius Isao Kikuchi, S.V.D. ha posto l’accento sul tema del viaggio del Papa: “Pensiamo che sia importante per il Giappone impegnarsi oggi al servizio della vita e, con le Sue parole della “Preghiera per la nostra terra” (Laudato Sí, 246), proteggere il nostro mondo, scoprire il valore di ogni cosa e seminare bellezza, amore e pace.
La terra, la nostra casa comune, viene devastata e grida. Lei ha sentito questo grido ed ha invitato le persone del mondo a preservare e proteggere la sua bellezza per le generazioni future.
A molti livelli, il Giappone affronta oggi sfide che coinvolgono l’ambiente, l’economia, la coesistenza con i paesi vicini, la ricostruzione del grande terremoto nella parte orientale del paese e dell’impatto dell’incidente nucleare.
Ci sono molti casi in cui viene calpestata la dignità umana e molte persone subiscono minacce, senza essere comprese da nessuno o aiutate nella loro solitudine e isolamento.
Papa Francesco, con questa Sua visita lei sta mostrando a molte persone che vivono in Giappone, la guarigione, l’amore e la speranza di Dio.
Siamo una piccola comunità, ma con il Suo incoraggiamento e unendo le mani con i nostri fratelli e sorelle in Asia, speriamo di camminare insieme, proteggendo la dignità della vita come dono di Dio e proclamando la Buona Novella dell’amore misericordioso e sanatore di Dio”.
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