Leonardo condivide con il Papa la sua esperienza di bullismo e discriminazione. Su questo punto il Papa esprime un lungo concetto: "La cosa più crudele del bullismo scolastico è che ferisce il nostro spirito e la nostra autostima nel momento in cui abbiamo più bisogno di forza per accettarci e affrontare nuove sfide nella vita. A volte, le vittime di bullismo accusano addirittura sé stessi di essere stati obiettivi facili. Potrebbero sentirsi falliti, deboli e senza valore, e arrivare a situazioni molto drammatiche: Se solo io fossi diverso.... Paradossalmente, tuttavia, sono i molestatori quelli veramente deboli, perché pensano di poter affermare la propria identità facendo del male agli altri. A volte attaccano chiunque considerano diverso e che vedono come una minaccia. In fondo, i molestatori hanno paura, sono dei paurosi che si coprono con la loro apparente forza. Ho detto prima a Leonardo di dirgli: è molto peggio essere debole come te!Dobbiamo unirci tutti contro questa cultura del bullismo e imparare a dire: basta!".
"In un certo senso, Gesù è stato il più emarginato, un emarginato pieno di Vita da donare. Leonardo, possiamo sempre guardare a tutto ciò che ci manca, ma possiamo anche scoprire la vita che siamo in grado di dare e di donare. Il mondo ha bisogno di te, non dimenticarlo mai", dice il Papa.
"Voglio dire una cosa che vi servirà nella vita: guardare con disprezzo qualcuno vuol dire guardarlo dall'alto in basso, c'è un solo modo per fare questa cosa: aiutare la persona a rialzarsi. Se qualcuno di noi guarda qualcuno dall'alto in basso vuol dire che vale poco. Ma se qualcuno di noi guarda qualcuno dall'alto in basso per rialzarsi allora è grande!", dice a braccio il Papa.
Miki chiede al Papa come possano i giovani fare spazio a Dio in una società frenetica e focalizzata sull’essere solo competitivi e produttivi. "Quanta gente nel mondo è materialmente ricca, ma vive come schiava di una solitudine senza eguali! Penso alla solitudine che sperimentano tante persone, giovani e adulti, delle nostre società prospere, ma spesso così anonime", commenta il Pontefice. "Non è così importante concentrarsi e domandarsi perché vivo, ma per chi vivo. Le cose sono importanti, ma le persone sono indispensabili; senza di esse ci disumanizziamo, perdiamo il volto, il nome e diventiamo un oggetto in più, forse il migliore di tutti, ma sempre un oggetto", ribadisce Papa Francesco.
Masako è un'insegnante e chiede al Papa come si possano aiutare i giovani a rendersi conto della loro bontà e del loro valore. "Hanno inventato tante cose, ma grazie a Dio non ci sono ancora i selfie dell’anima - commenta il Papa -Non tutti voi siete insegnanti come Masako, ma spero che possiate farvi delle ottime domande, mettervi in discussione e aiutare gli altri a porsi domande buone e provocatorie sul significato della vita e su come possiamo costruire un futuro migliore per coloro che verranno dopo noi".
Papa Francesco conclude il suo discorso ai giovani di Tokyo: "Non confondete e non stordite i vostri sogni, date loro spazio e osate guardare a grandi orizzonti, guardare ciò che vi attende se avrete il coraggio di costruirli insieme".
Papa Francesco ora torna in Nunziatura per una piccola pausa e nel pomeriggio - ore 8 di Roma - celebrerà la Messa nel Tokyo Dome.
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