Venezia , giovedì, 21. novembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
“Quest’anno viviamo una festa della Salute molto particolare, dopo quanto è successo nella notte fra 12 e il 13 novembre e nei giorni successivi. Si è sfiorata la tragedia e un nuovo campanello d’allarme è risuonato forte; speriamo sia stato ascoltato”. Lo ha detto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della Messa celebrata per la festa della Madonna della Salute.
“La sofferenza - ha scandito il presule - si fa preoccupazione per questi reiterati eventi che, almeno in parte, sono preventivabili e che abbiamo già vissuto negli ultimi tempi con una crescente frequenza. Come veneziani - seppur feriti - vogliamo rialzarci e rialzare la città; è stata una buona notizia, per la città di domani, vedere tanti ragazzi che, rimboccate le maniche, hanno incominciato a togliere acqua da negozi, magazzini e abitazioni, aiutando gli altri e dando loro un segno di concreta attenzione. Grazie, ancora, a questi ragazzi veri angeli dell’acqua alta”.
“Sfiorare le tragedie a Venezia - ha ammonito - non può diventare routine, quasi come fosse un appuntamento da mettere in agenda. Non si può dire: non lo sapevamo. E, come abitanti di Venezia, non possiamo più appellarci o rassegnarci alle fatalità o alle concomitanze anomale. La città che tutti amiamo non va più considerata come qualcosa da cui ricavare solo profitto; certo, la città deve offrire lavoro e reddito, in particolare ai suoi abitanti, ma non può essere considerata merce da vendere”.
Il Patriarca ha poi sottolineato che “il grande afflusso in questa Basilica dice quanto la Madonna della Salute sia nel nostro cuore e nella nostra storia. Quest’anno, poi, sentiamo di dover dire alla nostra carissima Madre un grazie più affettuoso, più intenso, più filiale. La Santa Vergine non è figura secondaria nella storia della salvezza; come ogni madre, lì dove è, crea clima di famiglia mentre prega nel Cenacolo, attorniata dai discepoli e in attesa dello Spirito promesso – basterebbe guardare alla mia destra il magnifico quadro del Tiziano -, diventando così la prima icona della Chiesa. Senza la Santa Vergine non avremmo Gesù e senza Gesù non avremmo la salvezza”.