Bangkok , mercoledì, 20. novembre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
La creazione a cardinale dell’arcivescovo di Bangkok François Xavier Kriengsak Kovithavanij nel 2015 poteva rappresentare una sorpresa. Ma non lo era davvero. L’arcivescovo si era fatto apprezzare al Sinodo per la Parola di Dio del 2012, in cui aveva parlato dell’evangelizzazione attraverso le piccole comunità. Era una persona conosciuta e rispettata tra la sua gente. E guidava un gregge cattolico piccolissimo, di meno dell’1 per cento della popolazione.
Sarà lui a fare “gli onori di casa” a Papa Francesco, che arriva oggi in Thailandia per una visita di tre giorni, caratterizzata soprattutto dal dialogo interreligioso. Parlando con i media thailandesi, l’arcivescovo di Bangkok ha delineato quelle che sono le sfide del viaggio di Papa Francesco.
Il Cardinale Kriengsak ha detto che lui ha avanzato l’invito a Papa Francesco durante “la visita ad limina dei vescovi thailandesi, che ha avuto luogo lo scorso anno. Dal momento dell’invito, non abbiamo avuto alcuna altra notizia su di lui. Ma tutti voi dovreste già sapere che Papa Francesco è chiamato ‘il Papa delle sorprese’.”
Ad ogni modo, il Cardinale Kriengsak ha notato che “una cosa che il Papa prende sempre in considerazione e a cui dà particolarmente priorità è andare dagli ‘ultimi degli ultimi’. Lo testimonia il fatto che ha visitato l’isola di Lampedusa appena è stato eletto Papa, dove muoiono molti migranti. Si può dire che uno dei principali obiettivi del Papa è di incontrare queste povere persone, quelli che vivono un sacco di problemi nelle loro vite”.
L’arcivescovo di Bangkok ha comunque spiegato che non è il caso della Thailandia, dove “abbiamo pace, buone relazioni tra le persone nella società thailandese. Viviamo in una società multiculturale, abbiamo una varietà di culture locali e differenze nella fede. Sebbene i buddisti sono la maggioranza, è importante notare che abbiamo la libertà di scegliere la nostra religione”.