Città del Vaticano , lunedì, 18. novembre, 2019 13:30 (ACI Stampa).
La fraternità è una “qualità complessa”, da maneggiare con delicatezza, eppure fondamentale da vivere, per i credenti, sempre sotto osservazione e chiamati a dimostrare di essere messaggeri di pace, perché le religioni “non sono un sistema chiuso”. Papa Francesco lo sottolinea incontrando i membri dell’Istituto per il Dialogo Interreligioso in Argentina”, che si sono incontrati a Roma per parlare di “Fraternità Umana per la Pace mondiale e la convivenza comune”.
L’incontro, promosso dall’ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede Rogelio Pfirter e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, prende le mosse dal documento di Abu Dhabi firmato da Papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar lo scorso 4 febbraio, ma si basa anche sul lavoro fatto dal Cardinale Jorge Mario Bergoglio, che in Argentina aveva molto lavorato sul cosiddetto “trialogo”, ovvero il dialogo delle tre grandi religioni monoteistiche. Degli altri protagonisti di quel trialogo, l’imam Omar Abboud è ora parte del tavolo vaticano di dialogo islamo-cristiano ispirato alla lettera “Una parola comune”, mentre il rabbino Abraham Skorka ha accompagnato Papa Francesco nel suo viaggio a Gerusalemme.
Nel suo discorso, Papa Francesco si sofferma sul documento di Abu Dhabi, si compiace che questo si sia “diffondendo anche nelle Americhe”, in modo che più visioni possano contribuire a una visione dettagliata del documento, perché “non ci sono alternative: o costruiamo il futuro insieme o non ci sarà futuro”.
Papa Francesco sottolinea che le nostre tradizioni religiose sono “una fonte necessaria di ispirazione per fomentare una cultura dell’incontro”, e che la cooperazione interreligiosa, “basata sulla promozione di un dialogo sincero è rispettoso”, è fondamentale davanti a un mondo che “osserva costantemente ai credenti per vedere quale è la nostra attitudine di fronte alla casa comune e i diritti umani”.
Papa Francesco sottolinea che questa osservazione del mondo richiede anche una collaborazione “tra uomini e donne di buona volontà, che non professano alcune religione, affinché diamo risposte efficaci a tante piaghe del nostro mondo”, la guerra, la fame, la miseria, la crisi ambientale, la violenza, la corruzione, il degrado morale, la crisi della famiglia.