Città del Vaticano , domenica, 17. novembre, 2019 12:12 (ACI Stampa).
Papa Francesco ne è sicuro: è la fede che ci fa “camminare sulle strade tortuose di questo mondo, nella certezza che la forza del suo Spirito piegherà le forze del male, sottoponendole all’amore di Dio”. E l’esempio è quello dei “martiri cristiani dei nostri tempi, i quali, nonostante le persecuzioni, sono uomini e donne di pace”.
Dopo la Messa per la Giornata Mondiale dei poveri, Papa Francesco sale nello studio dell’appartamento papale del Palazzo Apostolico, e si affaccia dalla finestra per la consueta recita dell’Angelus. Il tema è sempre quello del Vangelo del giorno, in cui Gesù preconizza la distruzione del tempio: ne aveva parlato anche nell’omelia.
La distruzione del tempio – afferma Papa Francesco – “è figura non tanto della fine della storia, quanto del fine della storia”, e Gesù la spiega con “una serie di eventi paurosi” durante i quali però “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”.
Insomma, si va “da uno sguardo realistico della storia, segnata da calamità e anche da violenza, da traumi che feriscono il creato, nostra casa comune, e anche la famiglia umana che vi abita”, ad una immagine che “riassume l’atteggiamento del cristiano” di fronte alle avversità.
Ed è l’atteggiamento – afferma Papa Francesco – “della speranza in Dio, che consente di non lasciarsi abbattere dai tragici eventi”, che sono invece “occasione di dare testimonianza”.
Papa Francesco spiega che “i discepoli di Cristo non possono restare schiavi di paure e angosce,”, ma sono piuttosto “chiamati ad abitare la storia, ad arginare la forza distruttrice del male, con la certezza che ad accompagnare la sua azione di bene c’è sempre la provvida e rassicurante tenerezza del Signore”.