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Carlo Crivelli e gli Stati Uniti, un felice connubio ai Musei Vaticani

Tre opere dell'artista rinascimentale in mostra ai Musei del Papa grazie alle donazioni dei Patrons

La Madonna con Bambino e i Santi di Carlo Crivelli  |  | Musei Vaticani
La Madonna con Bambino e i Santi di Carlo Crivelli | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole  |  | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole  |  | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole  |  | Musei Vaticani
Gli ori di Crivelli, dettagli delle tavole | Musei Vaticani

Una mostra tutta americana, “L’oro di Crivelli” è il titolo dell’evento che mette in mostra fino al 21 gennaio 2020 nella Pinacoteca dei Musei Vaticani un gruppo di opere del grande artista veneziano attivo tra la Dalmazia, l’entroterra veneto e le Marche, nel periodo che va dal 1463 al 1494, anno in cui la morte lo colse ad Ascoli Piceno.

Una occasione speciale per celebrare il 35° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e gli Stati Uniti d’America.

La mostra, che il 14 novembre apre ai visitatori dei Musei del Papa – e parte integrante del percorso museale – è allestita in Pinacoteca Vaticana, negli spazi della Sala XVII che da più di due anni ospitano con grande riscontro di pubblico le iniziative culturali della rassegna Museums at Work.

Carlo Crivelli si distinse per l'estrema originalità del linguaggio elaborato, in cui le conquiste rinascimentali della prospettiva e della nitida modellazione dei volumi si legano a cadenze decorative e all'uso dell'oro di gusto tardogotico.

In mostra tre capolavori recentemente restaurati presso i Laboratori dei Musei Vaticani grazie al generoso sostegno dei benefattori americani Patrons of the Arts in the Vatican Museums: il polittico a cinque scomparti della Madonna con il Bambino e Santi (1481), la Madonna con il Bambino (1482), forse elemento centrale di uno smembrato polittico, e la splendida lunetta della Pietà (1488-1489).

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Tutte e tre le tavole hanno beneficiato, seppur in tempi diversi, non solo di un accurato restauro ma anche di sofisticate indagini diagnostiche che hanno aperto la strada a nuove interpretazioni e a prospettive critiche prima impensabili.