Settefrati (FR) , venerdì, 21. agosto, 2015 11:30 (ACI Stampa).
C’è una Madonna nera, la Vergine Bruna, fatta con legno di tiglio, che risale al XII secolo. Il santuario, quello no, non sa di antico, visto che quasi tutto quello che si vede oggi è opera di ristrutturazioni e ricostruzioni recenti. Però il Santuario di Canneto attrae ancora oggi centinaia, migliaia di fedeli, specialmente nei giorni che vanno dal 20 al 22 agosto. Proprio questo 22 agosto il Cardinale Giuseppe Bertello, governatore dello Stato di Città del Vaticano, sarà sulle colline al confine tra Lazio, Campania, Abruzzo e Molise, per celebrare il solenne pontificale che consacrerà il Santuario come basilica minore.
L’annuncio è stato dato lo scorso 26 luglio dal vescovo Gerardo Antonazzo, della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, sotto cui ricade la giurisdizione del santuario. Così, il Santuario di Maria Santissima di Canneto (questo il nome ufficiale) diventa una delle circa 1600 chiese (di cui 550 solo in Italia) che possono fregiarsi del titolo di basilica minore, segnalando così il legame speciale con Roma ma anche la straordinaria importanza locale.
Una importanza che mescola storia antica ma anche moderna. Nella valle di Canneto sono stati ritrovati resti di un tempio di una divinità femminile, con tutta probabilità la dea Mefite, che risaliva al III-IV secolo a.C. Già allora, c’era un pellegrinaggio nella zona, per invocare la dea affinché le terre fossero fertili e le donne feconde.
Perché allora si è sviluppato il culto della Madonna in quelle terre? Quali gli accadimenti? C’è una leggenda che si è diffusa soprattutto a partire dalla seconda metà del XIX secolo sulla base del racconto del benedettino inglese padre Beda, ma che in fondo non si sa quanto sia antica. La leggenda vuole che una pastorella di nome Silvana, mentre pascolava le sue pecore, vide una Signora splendente. Questa le ordinò di andare dall’arciprete di Settefrati (Canneto è nel territorio della piccola cittadina) per chiedergli di edificare una chiesa dedicata alla Madonna.
La bambina fa qualche resistenza, dice che deve occuparsi del gregge, che lo deve portare a bere. “All’acqua penserò io,” risponde la Signora, e subito infila la mano nella base della roccia, da cui sgorga una sorgente freschissima. A quel punto, Silvana non fece più resistenza e corse verso il paese, invitando tutti a vedere il miracolo. La seguirono in pochi. Ma trovarono la sorgente, che prima non c’era, e una statua in luogo della Signora, davanti alla quale si misero a pregare. Erano ancora in preghiera quando gli altri compaesani, non avendoli visti tornare, li andarono a cercare.