Padova , martedì, 5. novembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
Essere soldati per custodire e difendere la pace e contribuire a rendere bella e solida la "casa degli uomini", pietre vive nella "costruzione del tempio" di Dio, "casa tra le case degli uomini". Una realtà viva, forte di una dedizione per cui offrire la propria vita.
Lo ha ricordato, ancora una volta, l'arcivescovo Santo Marciano', Ordinario militare per l'Italia, e le sue parole sono risuonate nell'antica chiesa padovana dedicata a San Prosdocimo, durante il suggestivo rito solenne di consacrazione con cui viene riaperta al culto come Duomo dei militari, alla presenza di personalità del mondo militare e civile, a partire dal generale Amedeo Sperotto, comandante del Comando Forze Operative Nord.
La chiesa era stata dichiarata inagibile dopo il terremoto del 2012, che ha colpito soprattutto l'Emilia Romagna, ma anche buona parte del Veneto. Nella primavera scorsa sono iniziati finalmente i lavori di ristrutturazione e ora l'edificio è di nuovo aperto al culto. Un luogo ricco di storia e di storie, antico monastero, luogo di venerazione di beati, e persino magazzino militare, dove si sono incrociati i passi e i destini di tanti protagonisti della storia patavina e non solo. E come ha sottolineato monsignor Marciano' nella sua omelia, "e' bello e consolante considerare, lo dicevo anche l'altro giorno celebrando a Roma nella Chiesa del Sudario restaurata, che mentre molte chiese si chiudono o vengono destinate ad altro scopo, nella nostra realtà militare molto chiese vengono aperte o riaperte al culto".
La storia della chiesa di San Prosdocimo ha infatti origini lontane e nobili: fin dal 1180 è esistita come edificio religioso, dedicata al santo primo vescovo della città, vissuto, secondo la tradizione, nel primo secolo dopo Cristo, con annesso un importante convento, abitato da suore e frati. Poi comincia una lunga vicenda di costruzioni, demolizioni, ricostruzioni. Nel 1469 qui muore la beata Eustochio (Lucrezia) Bellini, la cui vita e personalità meriterebbe un capitolo a parte. Fino ai primi dell'Ottocento la chiesa viene ampliata e abbellita.
Poi arriva il "ciclone" Napoleone, e anch'essa cade vittima del decreto che ordina in Italia la riduzione degli edifici religiosi, così che nel 1811 tutto il quasi millenario complesso architettonico viene adibito a uso militare. Sarà solo nel 1990 che il generale Francesco Bettin decide di restituire al suo antico splendore e alla sua funzione di luogo di culto la chiesa di San Prosdocimo e nella consacrazione del 10 aprile 1990, alla presenza di monsignor Giovanni Marra, sono state deposte sotto l'altare le reliquie dei corpi di Sant'Antonio da Padova, di San Leopoldo Mandic, del beato Francesco Faa' di Bruno e delle beate Rafael Ybarra e Marie Leonie'.