Castiglione d'Orta , mercoledì, 6. novembre, 2019 9:00 (ACI Stampa).
San Filippo Benizi fu padre generale dei Servi di Maria, ma oltre a tale servizio in funzione della sua comunità religiosa, la sua esistenza fu davvero mirabile per umiltà ma di più per santità.
Chi ebbe il dono di conoscerlo lo ricorda come un uomo di grande devozione, ma di più di un'estesa semplicità di vita e di costumi. Uomo di rara intelligenza sapeva elevarsi sopra la materialità delle cose, sapendovi scorgere la grandezza di Dio.
Entrando nell'Ordine, per umiltà non esternò il suo sapere e la sua laurea in Medicina e fu un semplice fratello laico per ben quattro anni. Scoperto gli venne chiesto di ascendere al sacerdozio che, per amore della comunità, accolse. Padre generale dell'Ordine servita condusse la prima generazione di religiosi, verso l'approvazione della Regola.
Oltre a tale incombenza, il suo nome circolò, anche, nel Conclave che si svolse a Viterbo, tra il 1268 ed il 1271, alla morte di papa Clemente IV. Le resistenze sul nome del futuro Pontefice si facevano lunghe. La discussione si stava allungando già da molto tempo, e cosi fu fatto il nome del Generale dei Servi di Maria.
Conosciuta la volontà dell'illustre assise, il giovane Filippo lasciò di soppiatto Viterbo e per tre mesi si rifugiò, sul Monte Amiata, nel quale visse da eremita in preghiera e silenzio.