Città del Vaticano , martedì, 5. novembre, 2019 11:44 (ACI Stampa).
"Cosa preferisco io? Accettare sempre l’invito del Signore o chiudermi nelle mie cose, nelle mie piccolezze?” E’ la domanda che il Papa ha posto questa mattina durante la omelia della messa di Santa Marta.
Commentando la parabola del padrone di casa che invita ad una festa dove non arrivano gli invitati Francesco ha detto : “La cena, la festa, è figura del cielo, dell’eternità con il Signore”, e “il nostro Dio ci invita sempre così, non ci fa pagare l’entrata. Nelle vere feste, non si paga l’entrata: paga il padrone, paga quello che invita”.
Ma dice il Papa - come riporta www.vaticannews.va- Davanti a quella gratuità, a quella universalità della festa, c’è quell’atteggiamento che rinchiude il cuore: “Io non ci vado. Preferisco stare da solo, con la gente che piace a me, chiuso”. E questo è il peccato; il peccato del popolo di Israele, il peccato di tutti noi. La chiusura. “No, per me è più importante questo che questo. No, il mio”.
Questo rifiuto, prosegue Francesco, è anche disprezzo verso chi invita, è dire al Signore: “Non disturbarmi con la tua festa”. E’ chiudersi “a quello che il Signore ci offre: la gioia dell’incontro con Lui”.
E nel cammino della vita, dice il Papa, tante volte saremo davanti a questa scelta, a questa opzione: o la gratuità del Signore, andare a trovare il Signore, incontrarmi con il Signore o chiudermi nelle mie cose, nel mio interesse. Per questo il Signore, parlando di una delle chiusure, diceva che è molto difficile che un ricco entri nel regno dei cieli. Ma ci sono ricchi bravi, santi, che non sono attaccati alla ricchezza. Ma la maggioranza è attaccata alla ricchezza, chiusi. E per questo non possono capire cosa è la festa. Ma hanno la sicurezza delle cose che possono toccare.