Saigon , martedì, 5. novembre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
A differenza di molte altre nazioni in Asia, in Vietnam il cristianesimo non è una minoranza irrilevante. E ciò si deve, in particolare, alla traslitterazione in alfabeto latino della lingua, che aprì le porte del Vietnam al mondo e ai vietnamiti quelle della Bibbia. Una operazione che fu appannaggio dei missionari stranieri in Vietnam, 400 anni fa.
Per celebrare l’anniversario, in Vietnam si è tenuta, dal 25 al 26 ottobre, una conferenza nazionale che ha visto la partecipazione di 200 studiosi, tra linguisti, storici ed esperti di evangelizzazione. La conferenza è stata promossa dalla Commissione Cultura della Conferenza Episcopale Vietnamita. Ed è stata l’occasione per tracciare la storia di una evangelizzazione che è passata soprattutto attraverso la cultura.
È così, in fondo, che i cristiani evangelizzano. In America Latina, furono i missionari a trascrivere le lingue indie, preservandole così dall’oblio. In Armenia, fu un geniale monaco, Mashtoz, a donare l’alfabeto che ancora adesso è alla base di una lingua originalissima e di un popolo che misura la sua storia in millenni, più che in secoli. In Vietnam, è stata la traslitterazione della lingua in caratteri latini.
Il sistema di scrittura romanizzato fu finalizzato nel 1618, ma fu solo nel 1919 che il quoc ngu fu ufficialmente insegnato nelle scuole, diventando così il solo metodo di scrittura autorizzato dalla n azione.
Ma come avvenne questa operazione? Il vescovo Joseph Dang Duc Ngan, capo della commissione episcopale per la cultura, ha raccontato come, all’inizio del 17esimo secolo, i missionari venuti dall’Occidente si erano uniti a colleghi dell’Asia orientale e del Vietnam per creare la prima forma di scrittura in vietnamita basata sull’alfabeto e sulla grammatica latina, che doveva rimpiazzare il chu han, ovvero la scrittura in classici caratteri cinesi, e il chu nom, un sistema di caratteri basati sui caratteri cinesi e inventati dai vietnamiti.