"L’ambone è luogo liturgico della Parola di Dio – sottolinea padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano –. Il nuovo ambone verrà benedetto dal Santo Padre con la consegna del Lezionario ai lettori, perché ciò che benedice l’ambone è la proclamazione della Parola".
Realizzato in marmo, riutilizzando un antico pluteo (lastra di marmo) della basilica costantiniana, ha la forma tipica dell’ambone romano, e accanto sarà collocata la colonna del cero pasquale; nel prospetto laterale sono riprodotti lo stemma del Santo Padre e quello del cardinale vicario. Per l’ambone, firmato da Arte Poli di Verona, è stato utilizzato lo stesso stile già presente nell’altare e nella cattedra papale.
Durante la celebrazione di sabato prossimo, sarà visibile per la prima volta anche un nuovo crocifisso in lamina dorata, opera del maestro Stefano Lazzari della Bottega Tifernate di Città di Castello (Perugia): "Si tratta di una croce pensile che riproduce la croce processionale di Nicola di Guardiagrele, fusa nel 1451 e attualmente conservata nel Museo Lateranense", spiega padre Midili.
Come detto, il Papa indosserà una casula realizzata per l’occasione da un monastero romano, il cui decoro riprende la croce dell’abside lateranense. "Nel fregio anteriore centrale è raffigurato il battesimo di san Giovanni Battista – annuncia padre Midili –; nel fregio posteriore è raffigurata la Fenice, che secondo il Bestiario medioevale quando sta morendo punta verso il sole, viene bruciata e risorge dalle proprie ceneri ed è simbolo della risurrezione, e la palma con i datteri, simbolo della gioia della Gerusalemme celeste".
"Le preghiere che il Papa userà durante la celebrazione sono di nuova composizione – anticipa ancora il direttore dell’Ufficio diocesano –, cioè la colletta, l’orazione sulle offerte, il prefazio e l’orazione dopo la Comunione. In sostanza è stato composto un nuovo formulario proprio della Messa della festa di dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano".
Anche i testi della Messa cantati avranno una nuova melodia: il Signore Pietà, il Gloria, il Santo, l’Agnello di Dio. I brani saranno eseguiti da un coro composto da seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore, dell’Almo Collegio Capranica e del Collegio Diocesano Redemptoris Mater, diretti dal maestro Nikolay Bogatzky, organista Giandomenico Piermarini. Il servizio liturgico sarà affidato al Seminario della Madonna del Divino Amore.
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Prima del termine della Messa il Santo Padre conferirà il mandato alle équipe pastorali. Si tratta dell’ultima tappa di un percorso, lo ricordiamo, iniziato sempre con la presenza di Papa Francesco nella cattedrale, lo scorso 9 maggio per l’assemblea diocesana.
"Vorrei comprendere meglio il grido della gente della diocesi – aveva detto Papa Francesco –: ci aiuterà a comprendere meglio cosa chiede la gente al Signore. Quel grido è un grido che spesso anche noi non ascoltiamo o che facilmente dimentichiamo. E questo succede perché abbiamo smesso di abitare con il cuore".
La seconda tappa è stata il 24 giugno, con la celebrazione dei Vespri nella solennità della natività di san Giovanni Battista, nel corso dei quali il cardinale De Donatis aveva consegnato all’assemblea "gli obiettivi essenziali e le linee pastorali" per il 2019-2020. Poi, a settembre, gli incontri per i diversi operatori impegnati nell’ascolto dei giovani, dei poveri e degli ammalati, delle famiglie.