Il messaggio diventa così anche un atto di accusa contro il funzionalismo che pervade anche gli ambienti ecclesiastici, in cui praticamente ognuno vive secondo la sua funzione, ma senza considerare l’importanza della sua missione, e in particolare il fatto che il ministro di Dio esercita, appunto, in virtù di una fede.
Per questo, i vescovi del Sinodo Greco Cattolico Ucraino sottolineano che “la cultura di privilegi, esclusività, rigorosa rettitudine, decisioni monocratiche e segretezza creano un ambiente favorevole alla violenza e richiedono attenzione e responsabilità”.
Nulla a che vedere con la cultura della Chiesa, quella fatta di “ascolto e di servizio reciproco, collegialità, networking, sinodalità e trasparenza”.
Il Sinodo greco cattolico mette in guardia dal clericalismo che “crea una divisione artificiale tra i membri della Chiesa, sottovaluta il ruolo dei laici, distorce il concetto di obbedienza e umiltà nel monachesimo e nel sacerdozio, e rappresenta la Chiesa come una istituzione esclusiva di gerarchia e clero”.
Il clericalismo, insomma, “distorce l’immagine della Chiesa”, è “contro l’esempio del Figlio di Dio”, che è sceso sulla terra ed è stato vicino agli emarginati.
Insomma, “la piena riflessione intellettuale e spirituale aiuterà la Chiesa a prevenire gli abusi in modo adeguato e darà un buon esempio al mondo”.
Il messaggio del Sinodo Greco Cattolico Ucraino punta, dunque, a dare una risposta cristiana, sottolinea che la guarigione nasce dal pentimento, che “è alla base della vita spirituale cristiana” e che deve essere all’inizio della correzione del danno fatto”.
Non nega, il messaggio, che ci siano stati abusi nella Chiesa, anzi viene chiesto perdono a nome della Chiesa “se qualcuno ha subito soprusi o abusi sessuali, fisici, psicologici, emotivi, finanziari o di altro genere nelle nostre parrocchie, eparchie, monasteri scuole, seminari o altre strutture ecclesiali”.
Il Sinodo chiede anche perdono “se qualcuno si è scontrato con l’indifferenza e l’insensibilità verso queste azioni malvagie”, e se “vescovi, preti, superiori e superiore, ministri della Chiesa, leader laici” non sono stati “diligenti a svolgere i nostri doveri pastorali e abbiamo offeso o permesso di offendere una delle nostre sorelle o fratelli”.
Ma, allo stesso tempo, il messaggio punta a notare che la violenza sui minori non è solo una questione di Chiesa, che si trova ad ogni livello della società, e che deve sempre essere combattuto.
Il messaggio mostra anche i passi fatti dalla Chiesa Greco Cattolica Ucraina per la protezione dei minori, a partire dalle “Disposizioni di base per il trattamento dei casi di abusi sessuali su minori da parte del clero”, pubblicato all’inizio del 2019 dall’Arcivescovado Maggiore di Kiev- Halych della Chiesa Greco Cattolica Ucraina e dalla Chiesa Cattolica Romana in Ucraina.
Il messaggio cita anche le “Norme e i principi per la protezione dei bambini e dei giovani nelle attività pastorali con il coinvolgimento dei seminaristi, dei religiosi e del clero della Chiesa Greco Cattolica in Ucraina”, documento che ha “principi chiari dell’organizzazione della pastorale con i minori”, e disposizioni simili sono sviluppate da diverse “eparchie ed esarcati della nostra Chiesa”.
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L’impegno, ora, è quello di creare “le condizioni per la riconciliazione attraverso l’assistenza spirituale, pastorale e psicologica”; sottolinea che il pentimento deve essere all’inizio della correzione del danno fatto; ricorda che le vittime “non hanno bisogno solo di consolazione, ma anche bisogno di giustizia”, e per questo “in ogni Paese, ci impegniamo a sviluppare programmi di protezione delle persone vulnerabili in collaborazione con le autorità e le organizzazioni competenti”.
Ma il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica allarga anche lo sguardo, esortando “tutte le istituzioni statali, la società civile e il mondo degli affari a comprendere appieno l’estensione della violenza, della manipolazione e dei soprusi contro minori e svantaggiati”, problemi che sono ovunque ci si siano persone, anche in “famiglie, scuole, imprese e negli uffici, negli ospedali, negli ambienti sportivi e culturali”.