Città del Vaticano , giovedì, 20. agosto, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Il dragone rosso si scuote e mostra il suo volto buono, così le immagini di Papa Francesco che prega per le vittime della esplosione di Tianjin in Cina vanno in diretta sulla televisione di stato “fanno notizia” e la notizia gira per il mondo in un baleno.
Una mossa di propaganda o di apertura? Difficile dirlo visto che i segnali che arrivano dalla Repubblica popolare cinese sono contrastanti.
Il 4 agosto scorso è arrivato un altro segnale positivo: l’ordinazione di un vescovo cattolico fedele a Roma con il consenso del governo cinese Giuseppe Zhang Yinlin di Anyang (Henan).Una cerimonia tranquilla nel senso che tutti e tre i vescovi ordinanti sono in comunione con la Santa Sede: mons. Shen Bin di Haimen (Jiangsu); mons. Yang Yongqiang di Zhoucun (Shandong); mons. Wang Renlei di Xuzhou (Jiangsu). E non ci sono state “infiltrazioni” della chiesa patriottica.
Certo un buon risultato, molti hanno ricordato che è prima ordinazione sotto il papato di Francesco, che ha inviato diversi messaggi di amicizia a Xi Jinping e alla società cinese.
Ma c’è da dire che questa ordinazione avvenuta senza presenze “estranee” è una conquista dell’impegno della comunità locale. Mons. Zhang era vescovo sotterraneo del 1981 e ha sempre rifiutato di essere iscritto alla chiesa patriottica. L’impegno dei sacerdoti della diocesi è quello di rispettare il governo, ma di mettere al primo posto la evangelizzazione e la fedeltà a Roma.