Città del Vaticano , mercoledì, 23. ottobre, 2019 15:00 (ACI Stampa).
Si sta lavorando ora al documento finale del Sinodo, che sarà poi presentato in aula per la votazione. Dopo che il relatore generale e i segretari della commissione di redazione hanno preparato il progetto, questo è stato presentato in aula e poi vagliato dai circoli minori, che hanno poi presentato le loro proposte al segretario generale. Queste vengono prese in considerazione per il testo finale, che sarà poi presentato in aula per la votazione.
Le procedure sono state ribadite da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione vaticana, nel consueto briefing quotidiano sui lavori del Sinodo Speciale sulla Regione Panamazzonica. Don Giacomo Costa, segretario della Commissione per la Comunicazione, ha sottolineato che “il documento finale non è il fine del Sinodo, ma è un aiuto per trovare una strada comune”. Tutto sarà comunque vagliato da Papa Francesco.
Molti i temi in discussione. Il vescovo Ricardo Centellas, presidente della Conferenza Episcopale Boliviana, ha voluto porre l’accento sulla “partecipazione della donna della Chiesa”, perché le donne sono la maggioranza ma la loro partecipazione alle decisioni della Chiesa è poco, e “se non cambiano le istituzione questo non si cambia”. Centellas ha sottolineato che una “Chiesa sinodale è camminare insieme, e per questo c’è la partecipazione della donna”. Ha anche sottolineato che “la visione di un uomo e di una donna non sono uguali”.
Tra i partecipanti al briefing, Suor Rose Bertoldo, che si occupa di traffico di esseri umani. Il tema della tratta è nominato sette volte nell’instrumentum laboris del Sinodo, ed è, sottolinea suor Bertoldo, “un crimine molto visibile. Ci vuole un grande lavoro per dare visibilità a questi crimini”.
Padre Zenildo Luiz Pereira da Silva, C.SS.R., ha posto l’accento sui percorsi di formazione dei sacerdoti, mentre il vescovo Gilberto Alfredo Vizcarra ha sottolineato di essersi preparato al Sinodo trascorrendo del tempo in un villaggio amazzonico, dove gli è stato spiegato che gli indigeni sono viventi nell’Amazzonia, e così ha scoperto che l’Amazzonia è armonia di vita”. Il vescovo aggiunge di aver pensato molto all’esperienza della prima Chiesa, e il “modo in cui la Chiesa dell’Amazzonia sta vivendo accompagnando questo popolo, è lo Spirito Santo che sta aiutando a vivere pienamente il loro essere cristiani”.