Città del Vaticano , lunedì, 21. ottobre, 2019 12:30 (ACI Stampa).
La festa del Diwali, o Deepavali, è una delle feste più importanti nel calendario indù, e simboleggia la vittoria del bene sul male. Viene chiamata festa delle luci. Per l’occasione, come ogni anno, il Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso ha inviato ai partner indù un messaggio, il cui tema quest’anno è “Credenti: costruttori di fraternità e di pacifica coesistenza”.
Un tema ovviamente mutuato dalla dichiarazione di Abu Dhabi, che è diventata un po’ la linea guida del dialogo per la Santa Sede. Il messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, firmato dal Cardinale Miguel Ayuso Guixot, presidente, e dal segretario Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage, si concentra proprio sull’apporto che le confessioni religiose possono dare nella società dove c’è “uno sviluppo senza precedenti in molti campi”, dove ci sono sforzi verso il dialogo interreligioso e interculturale, ma sono anche presenti “apatia, indifferenza e persino odio tra alcune persone religiose nei confronti di altre”.
Questa apatia porta a un mancato “riconoscimento dell’altro come fratello e sorella”, situazione che dà preoccupazione e che porta il Pontificio Consiglio a ricordare che “la religione fondamentalmente ci ispira a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare” e “ci insegna, a rispettare la dignità inviolabile e i diritti inalienabili degli altri senza alcun pregiudizio ingiustificato nei confronti del loro credo o cultura”.
Nel messaggio, si sottolinea che “solo quando i seguaci delle religioni esigono da se stessi una vita coerente con la loro etica religiosa, essi potranno essere visti come persone che veramente svolgono il loro ruolo di costruttori di pace e di testimoni della nostra umanità condivisa”.
Le religioni sono chiamati a sostenere i fedeli a “condurre una vita autentica”, vivendo “in uno spirito di fratellanza e di amicizia attraverso un dialogo costante è un corollario naturale dell’essere una persona religiosa induista o cristiana”, senza far diminuire la determinazione a spargere semi di fraternità, nonostante “le notizie negative dominino i titoli dei giornali”.