Roma , giovedì, 17. ottobre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Fino a pochi decenni fa in tutte le chiese del mondo prima della Santa messa si recitava il rosario. E ciò, per fede, è rimasto tutt'ora presente in moltissime assemblee. Vuoi per devozione o anche per pia pratica, questa consuetudine era l'oggetto preferito delle meditazioni che si facevano, oltre che in chiesa, anche in casa.
Il Santo rosario è sempre stata la preghiera del popolo e per il popolo, che si ritrova in questa forma di venerazione alla Madre di Dio. Ed è bello osservare come, a distanza di tanti secoli, questa orazione abbia mantenuto tutto il suo fascino e tutta la sua grandezza.
Ogni difficoltà, pensiero o tensione è inserita nello scorrere delle Avemaria, alla ricerca della sua risposta che, chi ha fede non trova, ma riceve. Santi, mistici ma soprattutto semplici devoti hanno trovato e tutt'ora trovano, in questa devozione, la chiave della propria salvezza. Ed è proprio cosi.
San Pio da Pietrelcina ne fu devotissimo tanto da chiamarlo “l'arma”. Sant'Alfonso Maria de Liguori, vescovo e fondatore dei Padre Redentoristi, ad esso legava la propria salvezza tanto da scrivere, nelle Glorie di Maria (la sua più bella opera dedicata alla Vergine Maria), che il devoto di Maria non si perde, proprio in quanto la Dolce mamma lo salva dai pericoli. Il Beato Bartolo Longo fondò il Santuario della Madonna di Pompei, proprio per celebrarne il culto. Ma se questo è già molto, la lista di coloro che hanno diffuso questa preghiera, potrebbe essere infinita, tanto si dimostra è importante, per la vita spirituale.
Storicamente, la sua propagazione, si deve all'opera del beato domenicano Alano della Rupe (1428-1475) il quale, nel corso della sua vita, per un periodo (1464 al 1475) fu visitato da diverse apparizioni mariane, che gli confermarono l'importanza di tale pratica.