Santiago de Compostela , lunedì, 7. ottobre, 2019 16:00 (ACI Stampa).
Sono andati sulla tomba di San Giacomo, a Santiago di Compostela, termine di un cammino che ha “fatto” l’Europa. E i 32 vescovi presidenti di Conferenze Episcopali di Europa vi sono arrivati anche attraverso un pellegrinaggio dal Monte do Gozo. Perché il risveglio di Europa, ma anche la sua speranza, parte da una rinnovata fede in Cristo.
Così, nel messaggio finale della plenaria, durata dal 3 al 6 ottobre, i vescovi hanno invitato l’Europa a svegliarsi, a riscoprire le sue radici, a rallegrarsi, perché di fronte a tanti segni di contraddizione c’è sempre, nel cuore dell’uomo, la sete di trascendente. È una Europa che può rinascere solo da Cristo.
Ed è un messaggio in piena continuità con la plenaria del 2018 a Poznan, quando si parlò di volontariato, sottolineando che “la cosa più decisiva è la fedeltà a Cristo”. Ma anche con la plenaria di Minsk del 2017, quando i vescovi europei si impegnarono a far tornare la voce di Gesù in Europa.
Tema della plenaria di quest’anno era “Europa, tempo di risveglio? I segni della speranza”. E i vescovi si dicono “più consapevoli della situazione in cui vivono i nostri Paesi e delle diverse contraddizioni esistenti”, di cui fanno una lista.
Ci sono: “il desiderio di Dio e allo stesso tempo la fragilità della vita cristiana; il desiderio della vita fondata sul Vangelo e allo stesso tempo la debolezza ecclesiale e umana; -il desiderio di santità e allo stesso tempo la poca testimonianza di vita; il desiderio di diritti umani universali e allo stesso tempo la perdita del rispetto della dignità umana”.