Sulla base delle questioni proposte dallo strumento di lavoro, il cardinale Hummes ha ricordato che “la minaccia alla vita in Amazzonia deriva da interessi economici e politici dei settori dominanti della società odierna, in particolare delle imprese che estraggono in modo predatorio e irresponsabile legalmente o illegalmente le ricchezze del sottosuolo e alterano la biodiversità, spesso in connivenza, o con la permissività dei governi locali e nazionali e a volte anche con il consenso di qualche autorità indigena”.
La proposta di lavoro si struttura intorno ad alcuni nuclei generativi: “a) la Chiesa in uscita in Amazzonia e i suoi nuovi cammini; b) Il volto amazzonico della chiesa: inculturazione e interculturalità in ambito missionario-ecclesiale; c) La ministerialità nella chiesa in Amazzonia: presbiterato, diaconato, ministeri, il ruolo della donna; d) L’azione della Chiesa nel prendersi cura della Casa Comune: l’ascolto della Terra e dei poveri; ecologia integrale ambientale, economica, sociale e culturale; e) La Chiesa amazzonica nella realtà urbana; f) La questione dell’acqua; g) altri”.
Il cardinale Baldisseri ha ricordato come si è arrivati alla Assemblea che si apre oggi e che per tre settimana punta i fari sulle questioni amazzoniche.
Nel primo briefing del Sinodo ha portato una testimonianza David Martínez De Aguirre Guinea, O.P., Vescovo titolare di Izirzada, Vicario Apostolico di Puerto Maldonado in Perù che ha messo in evidenza la importanza del Sinodo per far conoscere le questioni dell’ Amazzonia, e grazie al Papa che, ha detto il vescovo, ci sarà vicino e ci ascolterà. Occorre rendere visibili questi popoli e tenerli nel cuore della Chiesa e metterli in dialogo con il mondo intero.
Alba Teresa Cediel Castillo, M.M.L., delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di SS. Caterina da Siena in Colombia ha espresso la sua gioia per potere portare la voce delle donne nel consesso dei vescovi. Racconta la nascita della sua Congregazione che si è messa proprio al servizio dei popoli indigeni. Le suore operano in sei paesi dove la situazione della vita delle donne è molto triste.
Ha ricordato che una questione è come far emergere la forza del bioma che è l’Amazzonia grazie ai popoli camminando insieme.
Emmanuel Lafont, Vescovo di Cayenne nella Guyana Francese, ha ricordato la dispersione degli abitanti nel suo territorio e la composizione etnica e storica della popolazione, molto discendono da ex schiavi.
Molte famiglie sono messe in crisi dalla educazione troppo occidentalizzata che fa dimenticare tradizioni e anche il modo stesso di vivere la foresta.
Prima del sinodo abbiamo avuto un incontro in diocesi e molti hanno potuto incontrarsi pur vivendo in villaggi lontanissimi tra loro.
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“ Con questo Sinodo, la Chiesa universale, attraverso i suoi Pastori cum Petro e sub Petro, - ha detto Baldisseri- nella persona di Papa Francesco, vuole rivolgere una particolare attenzione a tutti i membri del Popolo di Dio in Amazzonia ed impegnarsi decisamente nella ricerca di vie nuove e proporzionate alle loro esigenze umane e pastorali”.
Circa la comunicazione il Papa ha chiaramente espresso la volontà che i lavori siano riservati e liberi, e all’esterno arriverà una comunicazione molto controllata e filtrata. Rimane il fatto che i vescovi possono liberamente rilasciare interviste. Il Papa chiede che non ci sia un sinodo interno e uno dei media ma non sarà facile ottenere questo risultato.