Città del Vaticano , sabato, 5. ottobre, 2019 16:30 (ACI Stampa).
L’imposizione della berretta, la consegna dell’anello, l’assegnazione del titolo che è il legame più stretto con la città di Roma. I tredici nuovi cardinali,che da oggi entrano a far parte di quel collegio che affianca il Papa nel governo della Chiesa, hanno seguito con attenzione ed emozione le parole di Papa Francesco nella Cappella Papale, durante il sesto Concistoro Ordinario Pubblico del Pontefice.
Il rito inizia con il saluto liturgico del primo dei cardinali in ordine di creazione, Monsignor Ayso Guixot, Presidente Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il neo Cardinale saluta e ringrazia Papa Francesco a nome di tutti: "Le siamo vivamente riconoscenti per averci insignito di un particolare titolo di comunione con la Chiesa di Roma che è una chiamata del Signore a diventare ancora più stretti collaboratori cum Petro e sub Petro".
Papa Francesco per la sua omelia prende spunto da un passo del Vangelo di Marco che mette al centro la parola "compassione". Per il Pontefice "nei Vangeli vediamo molte volte Gesù che sente compassione per le persone sofferenti. E più leggiamo, più contempliamo, e più comprendiamo che la compassione del Signore non è un atteggiamento occasionale, sporadico, ma è costante, anzi, sembra essere l’atteggiamento del suo cuore, nel quale si è incarnata la misericordia di Dio".
"Gesù va a cercare le persone scartate, quelli che ormai sono senza speranza - osserva Francesco - Questa compassione non è spuntata a un certo punto della storia della salvezza, no, è sempre stata in Dio, impressa nel suo cuore di Padre".
A differenza di Gesù, i discepoli e dimostrano spesso di essere senza compassione. Il Papa riporta l'esempio della folla da sfamare. "Che si arringino", commetano i discepoli. "È un atteggiamento comune a noi umani, anche quando siamo persone religiose o addirittura addette al culto".