Assisi , venerdì, 4. ottobre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Nella sua amata Assisi San Francesco viene celebrato e festeggiato. Al Sacro convento di Assisi è il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, a tenere l'omelia nel giorno dedicato al Patrono d'Italia. E' stata accesa la lampada votiva che arde davanti alla tomba del santo.
Quest'anno è il sindaco di Firenze Dario Nardella ad offrire l'olio a nome della regione Toscana. Presenti ad Assisi oltre 4mila pellegrini e 50 sindaci toscani.
Alla Messa partecipano, fra gli altri, il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il Legato Pontificio per le Basiliche Papali, Cardinale Agostino Vallini, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Alla Messa partecipano, fra gli altri, il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il Legato Pontificio per le Basiliche Papali, Cardinale Agostino Vallini, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Nella sua omelia il Cardinale Betori ricorda subito il carisma straordinario del poverello di Assisi: "San Francesco scoprì il volto di Cristo nel volto dei lebbrosi e quello sguardo diede inizio al cammino della penitenza, che lo staccò dal peccato e gli pose nel cuore la dolcezza. Su questa capacità di incrociare lo sguardo dei poveri si gioca la credibilità della nostra Chiesa e l’efficacia del suo annuncio. È questa la sfida che ci attende, come Chiesa ma anche come Paese: fare dei poveri e della loro cura la misura dell’umano. Questo senza porre barriere, perché il problema non è chi sia il mio prossimo perché io possa o debba curarmi di lui, ma di come io debba farmi prossimo a tutti, fino al più lontano, al nemico".
Diceva pertanto il beato Francesco che Dio volle e rivelò a lui che i frati si chiamassero “minori”, perché questo è il popolo povero e umile, che il Figlio chiese al Padre suo. "Piccoli e minori - sottolinea l'Arcivescovo nella sua omelia - cioè tutto il contrario delle pretese dell’uomo d’oggi, che si vorrebbe adulto, autonomo, autosufficiente, uscito per l’appunto dalla minorità. Ma ben conosciamo come questa pretesa di autonomia, di svincolata libertà abbia condotto agli abissi della massificazione totalitaria e alle secche della frantumazione sociale, fino alle contraddizioni di uno sviluppo che si è tramutato in crisi economica, e allo spaesamento delle frustrazioni personali che sfociano nell’angoscia. Su questa strada si collocano ora le minacciose nubi generate, soprattutto ai confini della vita, da una pretesa di autodeterminazione senza riferimenti valoriali e senza legami sociali".