Assisi , venerdì, 4. ottobre, 2019 10:00 (ACI Stampa).
San Francesco di Assisi (1191-1226), con il proprio modo di essere, ha portato la fresca brezza del vangelo nel mondo. Nel corso della propria esistenza ha sofferto pur di seminare la parola del vangelo nella propria realtà. Con tale ansia e fedeltà all'invito ricevuto dal Cristo, il santo si recò anche in Palestina ed Egitto pur di consegnare questo messaggio di pace e di fratellanza all'umanità.
Correva l'anno 1219 (ovvero tredici dopo la propria conversione) e San Francesco di Assisi, si imbarcò ad Ancona per raggiungere la Terra santa e l'Egitto. In questi territori era in corso la quinta crociata ed il santo desiderava andare a portare una pagina del vangelo, segno di pace. Ottenuta l'autorizzazione dal portoghese Pelagio Galvani, monaco benedettino e legato pontificio, l'Assisiate si recò davanti al sultano Al Malik El Kamil.
Privo di ogni assicurazione sulla propria vita, Francesco ed i suoi entrarono nel campo nel quale risiedeva il principe con la propria corte.
I due si incontrarono ed ebbero un lungo colloquio nel quale Francesco, con molto rispetto, parlò della vita di Cristo e del suo amore per l'uomo. Quest'ultimo, pur rimanendo nella propria fede islamica, riconosciuta la bontà d'animo del santo ed ammirandone il coraggio che aveva dimostrato nel volersi sottoporre alla prova del fuoco lo ascoltò, con molto interesse e lo lasciò libero di girare in quei luoghi posti sotto il proprio dominio.
Le diverse biografie del santo, a riguardo, riportano diverse versioni nelle quali in una il santo fu imprigionato dai Saraceni, mentre nell'altra il santo potè parlare liberamente con il Sultano.