Roma , giovedì, 26. settembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
La stragrande maggioranza della gente, si parla addirittura del 90%, vive in povertà; oltre il 25% della popolazione mangia un pasto al giorno e più della metà dichiara che si sveglia affamata. La Caritas ha rivelato anche che il 71% dei bambini sotto i cinque anni non ha un’alimentazione adeguata. Questa è la situazione nel Venezuela, il Paese del “socialismo del XXI secolo” che è stato premiato dalla FAO per aver raggiunto “l’obiettivo del millennio delle Nazioni Unite di dimezzare la malnutrizione”.
Ma recentemente la stessa ONU ha ammesso che la situazione nel Paese è drammatica: la rappresentante onusiana, Michelle Bachelet, ex presidente socialista cileno, ha detto apertamente presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra che “i venezuelani meritano una vita migliore, liberi dalla paura e con accesso al cibo, all’acqua e ai servizi sanitari”. E questo succede nel Paese che detiene le maggiori riserve petrolifere del mondo e era uno dei più ricchi dell’America Latina.
E parliamo del Paese che veniva da decenni osannato da sinistra di tutto il mondo.
Per capire meglio che cosa sta succedendo in Venezuela ho intervistato Marinellys Tremamunno, una giornalista venezuelana, nata a Caracas, laureata in giornalismo, emigrata in Italia a causa della censura del regime, autrice del libro appena pubblicato: “Venezuela, l’Eden del diavolo” (Edizioni infinito).
Lei ho pubblicato un libro intitolato “Venezuela, l’Eden del diavolo” dove ha raccolto le testimonianze di 12 vescovi e 2 cardinali venezuelani. Cosa raccontano i pastori della Chiesa che vive sotto il regime di sinistra?