Tolentino , martedì, 24. settembre, 2019 18:00 (ACI Stampa).
Durante l’Angelus di domenica scorsa Papa Francesco ha ricordato la prossima Giornata mondiale del Migrante: “Domenica prossima, 29 settembre, ricorrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per l’occasione celebrerò la Santa Messa qui in piazza san Pietro. Vi invito a partecipare a questa celebrazione per esprimere anche con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero”. E nel messaggio ha sottolineato che non si tratta ‘solo di migranti’: “Conflitti violenti e vere e proprie guerre non cessano di lacerare l’umanità; ingiustizie e discriminazioni si susseguono; si stenta a superare gli squilibri economici e sociali, su scala locale o globale.
E a fare le spese di tutto questo sono soprattutto i più poveri e svantaggiati… In questo scenario, i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati emblema dell’esclusione perché, oltre ai disagi che la loro condizione di per sé comporta, sono spesso caricati di un giudizio negativo che li considera come causa dei mali sociali”.
Per questo durante le feste di San Nicola da Tolentino ho incontrato il vescovo di Ferrara e Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, che, dopo 20 anni, è ritornato a visitare le terre maceratesi. A lui abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui il Papa ha scritto che ‘non si tratta solo di migranti, ma anche delle nostre paure’: “Quando si parla di migranti la tutela della vita e la dignità della persona sembrano andare in secondo piano: si chiudono i porti e le case. Sembra che le risorse messe a disposizione siano sprecate; non si pensa invece che queste persone siano fratelli, parte di una sola famiglia umana.
Abbiamo bisogno, non solo come cristiani, ma anche come cittadini di creare una condizione di democrazia e di umanità e legalità, che possano tutelare la dignità di chi è in fuga da guerre e da disastri ambientali, o di chi è in ricerca di una vita migliore. Quindi il Papa ci mette nel novero di tutti migranti, perché questa condizione, oltreché essere stata la condizione dei nostri genitori o sarà dei nostri figli, è una condizione che deve tenere sempre al centro il rispetto della dignità di ogni persona”.
“Il mondo odierno è ogni giorno più elitista e crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati”: nel messaggio il Papa si scaglia contro l’indifferenza della globalizzazione. Quale visione dell’uomo ha?