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La spiritualità dell'Ordine trinitario nello studio della Fonti

I Trinitari furono precursori dell'odierno welfare state

San Giovanni de Matha e San Felice di Valois  |  | pubblico dominio San Giovanni de Matha e San Felice di Valois | | pubblico dominio

San Giovanni de Matha (1160-1213) con la sua prospettiva di vita ha innovato, in maniera profonda, la vita religiosa del suo tempo. Teologo, professore, fondatore ma di più mistico nell'eremo di Cerfoid vide che poteva e doveva fare qualcosa per le necessità dei propri fratelli, in difficoltà.

Animato dallo spirito che parlava al suo cuore ed in quella prima Messa, celebrata il 28 gennaio 1193 a Parigi nella quale ebbe la visione del Signore che gli mostrava due schiavi ridotti in catene, comprese il da farsi.

Da questo momento, personale oltre storico, concretizzò, con geniale intuizione, la fondazione di una famiglia religiosa, cui aveva come fondamento la Parola di Dio e come scopo la Redenzione della schiavitù: i Padri trinitari. Quel particolare modo di concepire la propria esperienza mistica fu unico e si ritrovò espresso nella sua Regola (1199) e negli scopi che l'Ordine, così fondato, si proponeva. Ad esso, poco dopo la fondazione, facevano parte anche i laici trinitari e le Suore.

Padre Angelo Romano di Santa Teresa nello Sguardo storico (ed. San Carlino, Roma, 1941) sulle origine di questa Famiglia religiosa esplicita gli scopi della realtà Trinitaria in questo apostolato: il culto della Trinità; gli Ospedali e l'ospitalità; il riscatto degli schiavi ed infine le missioni e l'apostolato parrocchiale.

Interessante osservare come, all'interno di tale lavoro, i Padri Trinitari avevano anche l'esercizio delle opere di misericordia, tra cui quella di assistere i malati. Queste strutture erano chiamate “Hopsitalium et Redemptionis”. Di ciò si trova traccia in molti documenti dell'epoca.

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Le Fonti storiche osservano come erano noti nelle varie comunità civili nelle quali risiedevano questi uomini gli Ospedali come quelli presenti in Palestina, Tunisia, Algeria e Marocco, nei quali i religiosi, le suore ed alcuni laici Trinitari curavano, gratuitamente, coloro che bussavano alla loro porta. In tutte le case dell'Ordine tra cui, ad esempio anche a Roma, presso la chiesa di San Tommaso in Formis, presso la quale morì il fondatore, era annessa una struttura avente tale finalità.

Giovan Battista della Concezione (1561-1618), riformatore dell'Ordine trinitario, aprì nel convento di Valdepegnas, un ospedale per la cura degli infermi.

L'Ordine, in tali secoli, fornì un'assistenza, unica ed indispensabile, alla società di quel tempo. Il santo anticipò il concetto di Welfare State creando un'efficiente sistema di spiritualità e sanità.
Accanto a ciò e come già ricordato il riscatto degli schiavi fu l'attività di maggior rilievo espressa, con sacrificio e spirito di abnegazione da parte dei Padri Trinitari, oltre al fondatore anche da parte di San Felice di Valois ed altri membri dell'Ordine.

Oltre alla prima campagna missionaria, diretta alla liberazione di questi uomini nel 1199 condotta da San Giovanni di Matha, si susseguirono una fitta rete di altre campagne, con la medesima finalità.
La Palestina, Costantinopoli ma soprattutto le coste dell'Africa settentrionale videro l'instancabile opera di questi religiosi che, con indubbio coraggio, liberarono una moltitudine di persone. Per fare ciò e realizzare tale nobile obiettivo, nella Regola si legge che “la terza parte, invece, sia riservata per la redenzione degli schiavi che sono stati incarcerati dai pagani per la fede di Cristo: pagando un prezzo ragionevole per il loro riscatto oppure per il riscatto di schiavi pagani, purché poi, a prezzo conveniente e con retta intenzione, sia liberato lo schiavo cristiano commutandolo, secondo meriti e stato delle persone, con lo schiavo pagano. Qualora fosse stato offerto del denaro o qualche altra cosa, anche se data per uno scopo proprio e specifico, un terzo, sempre con il consenso del donatore, sia messo da parte, altrimenti non venga accettata, eccettuati terreni, parti, vigne, boschi, edifici, allevamenti e cose simili. Gli utili che ne derivano, detratte le spese – tolta cioè, la metà per le spese – siano divisi in tre parti uguali; ma se comportano poca o nessuna spesa, siano tutti divisi. Quando però fossero stati dati, o avessero avuto per iniziativa propria, panni, calzature o cose simili di poco conto, di uso necessario, che non conviene vendere o conservare, non se ne faccia la divisione, a meno che non sia parso conveniente farlo al Ministro della casa dei frati. Di tali cose, se è possibile, se ne liberi in capitolo ogni domenica. Se però le cose suddette, come panni, terreni, allevamenti o cose di poco conto fossero vendute, il prezzo che se ne ricava sia diviso in tre parti, come sopra” (Regola Trinitaria, punto numero 2) .

La Terza parte era frutto dei sacrifici e delle collette fatte dai religiosi che, con eroismo, si dedicavano a tale scopo. In quest'opera di fede e carità, si ricordano i religiosi e martiri trinitari Giovanni Aguila, Bernardo Monroy, Giovanni Palcios ed il laico trinitario fratello Pietro della Concezione, che riaprì l'Ospedale di Algeri, morendo martire in questo luogo.

Nei documenti dell'epoca risulta che fra le persone riscattate, dal lavoro di questi religiosi vi fu anche Miguel de Cervantes, autore del celebre Don Chisciotte.

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Ma se si guarda, in filigrana, tale modus operandi si osserva come San Giovanni de Matha volle dare senso a tutta l'esistenza dell'uomo, redimendolo sia dalla povertà materiale e fisica che da quella spirituale e morale. Spirito e corpo dovevano andare di pari passo, per la gloria di Dio.
Questo stile che nella Spiritualità trinitaria comprende tutta la persona si evidenzia nell'espressione della Carità redentiva che salva l'uomo da ciò che non lo rende libero e pronto nel fare il bene.

In ciò osserva padre Cosimo Mazzarisi che “la Regola Trinitaria prospetta, perciò, un'armonica concezione spirituale ed ascetica in cui l'onestà umana si ascende all'onestà cristiana, assumendo di quest'ultima, in modo particolare, il lato Trinitario“ (P. C.Mazzarisi O.SS.T, L'Ordine Trinitario nella Chiesa e nella storia, Marietti, Roma, 1963, pg.212).

Da tali aspetti è possibile osservare l'originalità di questo santo che, dopo attenta e matura riflessione, ha voluto dare alla persona il massimo rispetto mettendo al suo fiancola Trinità come fine e fondamento di quel mondo spirituale, nel quale il Bene e la Verità rappresentano quei principi che fanno la società non solo più giusta ma evangelicamente più cristiana e quindi migliore.