Budapest , giovedì, 19. settembre, 2019 9:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco sta ricevendo, in questi giorni, i vescovi dell’India in visita ad limina. E sono molti i problemi che gli vengono messi sul tavolo. A partire dal nazionalismo indù, che ha portato alle cosiddette “leggi anticonversione”, leggi sempre in discussione che in pratica rendono molto difficile la vita a quanti si vogliono convertire dell’induismo, mettendo la religione indù al centro delle nazione. I cristiani sono discriminati, e sono spesso vittime di attacchi. Le scuole cristiane sono anche a rischio. Ne parla con ACI Stampa Michael Williams, decano delle scuole cristiane del Monte Carmelo, che in questi anni ha incessantemente denunciato il problema.
Come si inseriscono le scuole del Monte Carmelo nel panorama indiano?
Le scuole del Monte Carmelo sono scuole cristiane, fondate da mia madre nel 1972. In India, l’articolo 30 della Costituzione dà liberta a tutti di professare la loro fede e di stabilire la scuola secondo la laro fede. Abbiamo la libertà di condividere qualunque cosa vogliamo condividere.
L’India è quindi un Paese multireligioso. Ma perché allora questa rinascita nazionalista indiana?
Quando la gente guarda all’India, sa che vi è cresciuto Budda, ma c’è anche l’induismo, e il cristianesimo è presente dai tempi dei primi cristiani, portato da San Tommaso. L’India è sempre stata un melting pot di religioni che hanno sempre vissuto insieme. Improvvisamente, c’è stato un crescente clima di intolleranza che ha portato a pensare che l’India debba appartenere all’indù. Così, i musulmani sono stati “inviati” in Pakistan, i cristiani costretti ad emigrare. I poveri hanno preso potere perché appartengono alle religioni maggioritarie, e questo ha creato un certo bullismo nei confronti delle altre religiose che sembra possa colpire ovunque.