Città del Vaticano , mercoledì, 12. agosto, 2015 10:45 (ACI Stampa).
“La festa è un’invenzione di Dio, un prezioso regalo che Dio ha fatto alla famiglia umana: non roviniamolo!”. Con queste parole, stamane, Papa Francesco ha aperto nel corso dell'udienza generele un nuovo ciclo di catechesidedicato alle tre dimensioni tipiche del ritmo della vita della famiglia: la festa, il lavoro, la preghiera.
“Dio stesso - ha ricordato il Pontefice - ci insegna l’importanza di dedicare un tempo a contemplare e a godere di ciò che nel lavoro è stato ben fatto”. La festa “non è la pigrizia di starsene in poltrona, o l’ebbrezza di una sciocca evasione, è anzitutto uno sguardo amorevole e grato sul lavoro ben fatto. Festeggiamo un lavoro. Anche voi sposi novelli festeggiate il lavoro di un bel tempo di fidanzamento. Questo è bello. È il tempo per guardare i figli, o i nipoti, che stanno crescendo, e pensare: che bello! È il tempo per guardare la nostra casa, gli amici che ospitiamo, la comunità che ci circonda, e pensare: che cosa buona! Dio ha fatto così. E continuamente fa così, perché Dio crea sempre, anche in questo momento!”.
Il momento di festa deve essere vissuto - ha suggerito Francesco - anche sul posto di lavoro. “Un compleanno, un matrimonio, una nuova nascita, come anche un congedo o un nuovo arrivo, momenti di familiarità nell’ingranaggio della macchina produttiva: ci fa bene!”. Un momento che “sospende il lavoro professionale, ed è sacro, perché ricorda all’uomo e alla donna che sono fatti ad immagine di Dio, il quale non è schiavo del lavoro, ma Signore. Anche noi non dobbiamo mai essere schiavi del lavoro, ma signori. C’è un comandamento per questo, un comandamento che riguarda tutti, nessuno escluso! E invece sappiamo che ci sono milioni di uomini e donne e addirittura bambini schiavi del lavoro. In questo tempo ci sono schiavi sfruttati e questo è contro Dio e contro la dignità della persona umana!”.
Invece - ha aggiunto con amerezza Papa Bergoglio - “l’ossessione del profitto economico e l’efficientismo della tecnica mettono a rischio i ritmi umani della vita, perché la vita ha i suoi ritmi umani”. Il riposo, “soprattutto quello domenicale, è destinato a noi perché possiamo godere di ciò che non si produce e non si consuma, non si compra e non si vende”. Tuttavia “vediamo che l’ideologia del profitto e del consumo vuole mangiarsi anche la festa: anch’essa a volte viene ridotta a un affare, a un modo per fare soldi e per spenderli: l’ingordigia del consumare, che comporta lo spreco, è un brutto virus che ci fa ritrovare alla fine più stanchi di prima. Nuoce al lavoro vero e consuma la vita e i ritmi sregolati della festa fanno spesso vittime giovani”.
Di fronte a tutto questo Francesco ha ribadito - in conclusione della sua catechesi - che “il tempo della festa è sacro perché Dio lo abita in un modo speciale: l’Eucaristia domenicale porta alla festa tutta la grazia di Gesù Cristo, ogni realtà riceve il suo senso pieno: il lavoro, la famiglia, le gioie e le fatiche di ogni giorno, anche la sofferenza e la morte; tutto viene trasfigurato dalla grazia di Cristo”.