Città del Vaticano , domenica, 15. settembre, 2019 12:13 (ACI Stampa).
Tre parabole del Vangelo, tre passaggi che mostrano come Gesù accoglie i peccatori, esce a cercare chi resta perduto, apre le braccia a chi ritorna e guarda anche a chi pecca nel pensare di avere “più un padrone che un padre”. Ed è questo il rischio: “Credere in un Dio più rigoroso che misericordioso, un Dio che sconfigge il male con la potenza, piuttosto che con il perdono”. E invece “Dio salva con l’amore, non con la forza. Proponendosi, in imponendosi”. Per questo, è importante la confessione, perché “il male si sconfigge accogliendo il perdono di Dio”.
Dopo il viaggio in Africa, Papa Francesco torna a recitare la preghiera dell’Angelus dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico. Non arriva in ritardo, non è rimasto – come due settimane fa – bloccato in ascensore, e per di più mentre si preparava ad annunciare il concistoro del 5 ottobre prossimo.
Come di consueto, Papa Francesco ripercorre il Vangelo del giorno. Vangelo ricco, con tre parabole, pronunciate come risposta a quanti criticano Gesù perché accoglie e mangia con pubblicani e peccatori. Una critica che - nota Papa Francesco – è piuttosto “un annuncio meraviglioso. Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro. È quello che accade a noi, in ogni Messa, in ogni Chiesa”.
Per tutta risposta, Gesù racconta tre parabole “che mostrano la sua predilezione per coloro che si sentono lontani da lui”, e Papa Francesco dice che sarebbe bello che ognuno prendesse oggi il Vangelo di Luca e legasse le tre parabole.
La prima, la parabola del pastore che abbandona le novantanove pecore per cercare la pecora smarrita. Provocatoriamente Gesù chiede: “Chi di voi lo farebbe?” Chiosa Papa Francesco: “Una persona di buon senso fa due calcoli e ne sacrifica una per mantenere le novantanove. Dio invece non si rassegna, a Lui stai a cuore proprio tu che ancora non conosci la bellezza del suo amore, tu che non hai ancora accolto Gesù al centro della tua vita, tu che non riesci a superares il tuo peccato, tu che, forse per le cose brutte che sono accadute nella tua vita, non credi nell'amore”.