Città del Vaticano , martedì, 10. settembre, 2019 21:05 (ACI Stampa).
Dialogo interreligioso, annuncio e testimonianza, la gioia del popolo per le strade la speranza della pace, i bambini, la difesa dell’ambiente, il rischio della xenofobia anche in Africa come le critiche e il rischio di scismi.
Questi alcuni dei temi che Papa Francesco ha affrontato nella conferenza stampa al rientro dal suo viaggio in Mozambico, Madagascar e Maurizio questa sera.
Più di un’ ora di colloquio con risposte a ruota libera di Francesco.
A cominciare dalla questione della pace in Mozambico e della vicinanza delle elezioni. “L’importante era visita per aiutare a consolidare il processo di pace. E questo più importante di una campagna che ancora non era ancora iniziata” dice il Papa. Perché “il trionfo è la pace, non abbiamo diritto a essere trionfalisti perché la pace ancora è fragile” in Mozambico ma anche nel mondo “e la si deve trattare come si trattano le cose “a pennellate”, come fanno i bambini, con molta-molta tenerezza, delicatezza, perdono, pazienza, per farla crescere e che sia robusta”.
A proposito della grande quantità di giovani il Papa ha la sua idea: “penso che il benessere sia la radice, attaccarsi al benessere. Sì, ma stiamo bene, io non faccio figli perché devo comprare la villa, fare turismo, un figlio è un rischio, non si sa mai… è un benessere che ti porta a invecchiare. Invece l’Africa è vita. Ho trovato in Africa un gesto che avevo trovato in Colombia e a Cartagena: le persone che mi mostravano i bambini. Dicevano: questo è il mio tesoro, questa è la mia vittoria. Lo stesso gesto l’ho visto in Europa orientale con una nonna che faceva vedere il bambino e diceva, questo è il mio trionfo”. E del resto anche gli stati devono difendere la famiglia che possa educare i figli: “lo Stato deve prendersi cura della famiglia! Dei giovani, questo, è un dovere dello Stato!, no? E’ un dovere di portali avanti.