Macerata , martedì, 10. settembre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
La storia che stiamo per raccontare ha dell'incredibile in quanto ci riporta in un epoca apparentemente lontana e dimenticata tanto che sembra uscita dalle Fonti francescane, nel raccontare la vita di uno dei primi compagni di San Francesco: Serafino da Pietrarubbia.
In realtà, la vita di questo religioso si snodò fra la fine del mille ed ottocento e la prima metà del mille e novecento. Il venerabile, con la sua testimonianza ed il suo amore al Serafico Padre, ha lasciato una traccia di luce in quella pagina che raccoglie i nomi di coloro che hanno avuto Cristo come meta ed il Paradiso come anelito.
Il venerabile Marcellino da Capradosso, San Serafino da Montergranaro, San Felice da Cantalice, San Crispino da Viterbo: non semplici nomi ma testimonianze di fratelli laici cappuccini che, con la loro vita, hanno distribuito il buon pane del Vangelo fra i fratelli.
Pietro Riminucci (questo il suo nome, prima di mutarlo all'ingresso del noviziato cappuccino) nacque il 4 febbraio 1874 a Pietrarubbia, in provincia di Pesaro, da una famiglia molto modesta. La sua esistenza scorre serena, anche se con molte difficoltà economiche. Il padre provvedeva alla vita della famiglia, con decoro e laboriosità, ma i tempi non erano facili soprattutto in un piccolo paese.
Si racconta che non avesse nemmeno le scarpe. Ma dalla famiglia apprese qualcosa di molto più prezioso: la fede in Dio che è Padre e l'amore alla Madonna. Queste caratteristiche, insieme a molti altri doni, lo accompagneranno per tutta la sua esistenza di francescano e di uomo.