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Papa Francesco ai religiosi del Madagascar: "Non lasciamoci rubare la gioia missionaria"

L'ultimo incontro ufficiale di Papa Francesco in Madagascar è quello con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i consacrati e i seminaristi

Il Papa incontra i religiosi e le religiose del Madagascar  |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa incontra i religiosi e le religiose del Madagascar | Vatican Media / ACI Group
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Il Papa incontra i religiosi e le religiose del Madagascar | Vatican Media / ACI Group

Nel Collegio di Saint Michel di Antananarivo, fondato da alcuni missionari Gesuiti francesi, Papa Francesco incontra i sacerdoti, religiosi, consacrati e seminaristi del Madagascar.

E' l'ultimo incontro pubblico di Papa Francesco con i religiosi malgasci; sempre nella Cappella di Saint Michel il Pontefice incontra poi i membri della Compagnia di Gesù, ma in forma privata. Motto del Collegio, che punta non solo alla formazione intellettuale e spirituale, ma anche alla salute del corpo promuovendo lo sport è "Radicarsi per aiutare il prossimo".

Il Papa viene accolto all'ingresso del campo sportivo del Collegio dal Vescovo Presidente della Commissione Episcopale dei Religiosi. Il primo saluto al Papa è di Suor Suzanne Marianne Raharisoa, Presidente della Conferenza delle Religiose. Il clima è davvero di festa e entusiasmo.

"Nel concludere la mia visita in Madagascar qui con voi, vedendo la vostra gioia, ma anche ripensando a tutto ciò che ho vissuto in questo breve tempo nella vostra Isola, mi salgono al cuore quelle parole di Gesù nel Vangelo di Luca quando, commosso per la gioia, disse: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Una Chiesa che cerca ogni giorno di essere più vicina al popolo di Dio", dice subito il Papa.

"Voi avete osato uscire e avete accettato la sfida di portare la luce del Vangelo in ogni angolo di questa Isola - commenta il Papa apprezzando la missione dei religiosi presenti nonostante le difficoltà - So che molti di voi vivono in condizioni difficili, dove mancano i servizi essenziali – acqua, elettricità, strade, mezzi di comunicazione – o le risorse economiche per portare avanti la vita e l’attività pastorale. Parecchi di voi portano sulle loro spalle, per non dire sulla loro salute, il peso delle fatiche apostoliche. Tuttavia scegliete di rimanere e stare accanto alla vostra gente, con la vostra gente. Grazie per questo!".

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Per Francesco "la persona consacrata è in grado di riconoscere e indicare la presenza di Dio dovunque si trovi. Inoltre, vuole vivere alla sua presenza, che ha imparato ad assaporare, gustare e condividere".

"Quando voi menzionate gli innumerevoli campi in cui svolgete la vostra azione evangelizzatrice - osserva il Pontefice - state sostenendo quella lotta nel nome di Gesù. Nel suo nome, sconfiggete il male quando insegnate a lodare il Padre celeste e quando insegnate con semplicità il Vangelo e il catechismo. Quando visitate e assistete un malato o portate il conforto della riconciliazione. Nel suo nome, voi vincete dando da mangiare a un bambino, salvando una madre dalla disperazione di essere sola a fare tutto, o procurando un lavoro a un padre di famiglia...Continuate in queste battaglie, ma sempre nella preghiera e nella lode!".

L'invito di Francesco per i religiosi del Madagascar è chiaro: "Non lasciamoci rubare la gioia missionaria!".

 Infine il Papa saluta e ringrazia di cuore il traduttore malgascio che lo ha accompagnato in questi 9 discorsi: "Prima di finire vorrei compiere un dovere di giustizia e gratitudine, grazie a Padre Marcel. Vorrei ringraziarlo per questo lavoro di traduttore. Vorrei irngraziare il modo preciso e la libertà di dare senso alle parole della traduzione. Che il Signore ti benedica!"