Antananarivo , domenica, 8. settembre, 2019 15:15 (ACI Stampa).
Una preghiera perché ci sia un lavoro dignitoso per tutti, perché i bambini non siano costretti a lavorare, perché sparisca la disoccupazione e perché i dirigenti e funzionari si impegni a garantire “un salario dignitoso e condizioni rispettose della loro dignità di persone umane” e perché i lavoratori sappiano far valere i loro diritti in modo costruttivo. Dopo la visita nella città dell’amicizia di Akamasoa, Papa Francesco va nel cantiere di Mahatazana, gestito dalla stessa città, davanti ad una statua del Sacro Cuore di Gesù che campeggia sul cantiere dal 2008.
Il cantiere è uno dei capolavori di padre Pedro Opeka, missionario argentino candidato al Premio Nobel per la pace, che è stato formato a Lubiana e nella ex Jugoslavia e dal 1970 è in Madagascar. Lì, nel 1989, ha fondato Akamasoa, la città dell’amicizia, con 25 mila persone che vivevano in una discarica, creando posti di lavoro per tutti e scuole che educano 13 mila bambini. Il cantiere è parte di questo progetto, un ulteriore modo di creare lavoro.
È qui che Papa Francesco va dopo al termine dell’incontro nella cittadina, per una simbolica preghiera per i lavoratori.
Prima, c’è il saluto di una delle operaie, Hanitra Nirina Madeleine Rasoananahary, 29 anni, la quale sottolinea come “il nostro stipendio è poca cosa”, ma che è importante lavorare e che spera ci sarà “più giustizia” e ringrazia Papa Francesco per difendere i diritti dei lavoratori di tutto il mondo.
Comincia Papa Francesco: “Dio nostro Padre, creatore del cielo e della terra, ti ringraziamo di averci riuniti come fratelli in questo luogo, di fronte a questa roccia spezzata dal lavoro dell’uomo: noi ti preghiamo per tutti i lavoratori”.