I vescovi di frontiera di Messico e Stati Uniti fanno una dichiarazione congiunta
I vescovi che si trovano alla frontiera tra Texas e Messico si sono riuniti dal 30 agosto all’1 settembre. Al termine della riunione, che ha cadenza semestrale, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. “Ribadiamo – hanno detto i vescovi – che siamo a favore della vita, la dignità e i diritti di tutte le persone. Per questo, non possiamo smettere di manifestare la nostra preoccupazione per la situazione di disuguaglianza, violenza e povertà che obbliga molti a lasciare la loro terra, e per il fatto che le persone in transito affrontano una serie di pericoli nel mezzo di una gran confusione”.
I prelati rappresentano le diocesi di Brownsville, Ciudad Juarez, El Paso, Laredo, Linares, Matamoros, Nuevo Casas Grandes, Nuevo Laredo, Piedras Negras, Saltillo, San Angelo e San Antonio. Si sono riuniti lo scorso 31 agosto con rappresentanti della Segreteria degli Affari esteri USA, il direttore generale per la protezione dei messicani al’interno del Paese e quello per la protezione all’esterno e con il direttore generale aggiunto per la frontiera Sud. Hanno anche visitato la Casa del Migrante, e celebrato una messa notturna sul Rio Bravo, offerta per i migranti vivi e defunti.
In particolare, i vescovi hanno espresso dolore per le famiglie separate e gli “incarceramenti inumani nei centri di detenzione”, e hanno sottolineato che continueranno a difendere i diritti umani dei poveri e dei migranti.
Nigeria, i vescovi contro il governo dopo l’uccisione di un sacerdote
Il Cardinale John Onayekan, arcivescovo di Abuja, insieme a Kwawkur Vondin, direttore degli Affari Pubblici e Legali dell’Associazione Cristiana di Nigeria, hanno attaccato il presidente Muhammad Buhari dopo i recenti attacchi ad alcuni sacerdoti cattolici. Il Cardinale e il rappresentante legale hanno espresso preoccupazione riguardo la crescente insicurezza della nazione.
Le dichiarazioni sono una reazione al recente assassinio di sacerdoti cattolici a Eungu e Taraba. Si sono detti tristi per gli sviluppi della situazione e criticato i metodi di sicurezza del presidente.
Il Cardinale Onayekan ha detto che “l’insicurezza è sfuggita di mano, e non possiamo dirci sorpresi se anche i sacerdoti non siano esentati dalla insicurezza generale della nazione. La sola cosa che posso dire è che anche i miei sacerdoti vengono uccisi, e questo dimostra quanto la situazione sia terribile”.
Il governo – ha aggiunto il cardinale – “avrebbe dovuto sapere che i suoi sforzi non avevano portato a risultati adeguati. È dovere del governo assicurarsi che le persone siano al sicuro nella nazione”.
Vondin, da parte sua, ha proposto una investigazione per definire le responsabilità, e che questa “vada oltre quello che sta accadendo, perché molti nostri militari, uomini, sono uccisi nel Nord. Ogni volta che i militari si imbarcano in una operazione, subiscono una imboscata”.
Papa Francesco, un progetto per i cristiani del Medio Oriente
Lo scorso 2 settembre, Souraya Bechealany, segretario generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, ha avuto una udienza privata con Papa Francesco. Nella circostanza, ha sottolineato che i cristiani del Medio Oriente “non sono minoranze e non hanno bisogno di alcuna protezione”, ma stanno piuttosto, con la loro testimonianza, “costruendo ponti con i loro compagni d istrada di tutte le religioni, nella regione e nel mondo intero”. Nel suo incontro, la professoressa Bechealany è stata accompagnata da una delegazione del MECC composta da padre Gaby el Hachem (direttore del dipartimento di teologia e rapporti ecumenici del Consiglio), dal dottor Ziad el Sayegh (consulente per la comunicazione e le strategie dell’organismo ecumenico) e dal sacerdote maronita Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Libano.
Secondo quanto riferito dall’agenzia Fides, della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’udienza è durata 40 minuti. Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ha anche presentato al Papa il progetto “KAIROS Medio Oriente: verso un patto globale delle Chiese”. Il progetto verrà presentato nella sua forma completa e nei suoi possibili sviluppi in occasione della prossima Assemblea generale del MECC, in programma nel settembre 2020.
Il Papa ha ricordato la professoressa Bechealany per il suo intervento all’incontro di Bari nel luglio 2018, e ha invitato i membri del Consiglio a focalizzare le loro scelte e la loro azione intorno all’esperienza della sinodalità. da riconoscere come espressione delle dinamiche mosse e alimentate nel corpo ecclesiale dall’opera dello Spirito Santo.
Souraya Bechealany ha confidato al Papa anche il suo desiderio di vedere l’avvio di un processo che porti alla celebrazione di un “Concilio Vaticano del Terzo Millennio”, visto che “il mondo aspetta una voce profetica che parli di fronte al populismo, al razzismo, al nazionalismo e all’estremismo”.
Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente è stato fondato nel 1974 a Nicosia. Attualmente ha sede a Beirut, in Egitto, e ha lo scopo di creare una convergenze tra le comunità cristiane in Medio Oriente su temi di comune interesse. Bechealany, teologa maronita, è stata nominata
La professoressa Souraya Bechealany, cristiana maronita, insegna teologia presso la Université Saint-Joseph de Beyrouth. Souraya è stata eletta Segretario generale del MECC nel gennaio 2018, e ha intrapreso insieme ai suoi collaboratori un processo di ristrutturazione dei dipartimenti dell’organismo ecclesiale.
COMECE: un nuovo segretario generale, un cardinale presidente
Ha cominciato già i suoi incontri, padre Manuel Barrios Prieto, nuovo segretario generale della COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea. Lo scorso 3 settembre, il nuovo segretario generale ha incontrato Jan Tombinski, ambasciatore dell’Unione Europea presso la Santa Sede, per discutere le nuove sfide delle istituzioni europee che vivono adesso una transizione. L’obiettivo è quello di dare un impulso a “ripensare l’Europa”, come recitava l’incontro per i 60 anni dell’Europa organizzato in Vaticano. Della costituente commissione europea ha parlato in una intervista a KNA l’arcivescovo Jean Claude Hollerich, presidente della COMECE, che Papa Francesco creerà cardinale il prossimo 5 ottobre. Il prossimo cardinale ha sottolineato che la nuova presidente della commissione Ursula von der Leyen, può “riunire le maggioranze”, ha auspicato che la prossima commissione sia composta per metà da donne, e sottolineato che l’agenda della commissione dovrebbe essere rappresentata da “giustizia sociale, lotta contro la disoccupazione e la povertà e la protezione dell’ambiente”, e affermato che l’Europa perde la sua anima non accettando i rifugiati, anche se, ha ammesso, sarà “ovviamente difficile distribuire i rifugiati in tutti gli Stati membri dell’UE”.
Per quanto riguarda il ruolo della Chiesa, Hollerich ha detto che la Chiesa è chiamata a “parare con i politici di diversi partiti e costruire alleanze per argomenti diversi”.
Dal 31 agosto, ha terminato il suo mandato di segretario generale padre Oliver Poquillon, che torna in Iraq, a Erbil, dopo aver insegnato a Mosul. In una intervista al SIR, padre Poquillon ha detto che oggi è “necessario ripensare le forme della democrazia”, in modo che le istituzioni “decidano non per conto dei cittadini, ma con i cittadini”, perché su questo terreno “è possibile costruire una risposta ai populismi”.
Padre Poquillon ha poi detto che il dialogo tra EU e le Chiese e le comunità religiose è “sottoposto agli attacchi di vari lobby e correnti politiche di destra e sinistra, le quali però non hanno compreso il ruolo costruttivo e propositivo che possono giocare le Chiese e le comunità religiose all’interno della società europea”.