Yaoundè , giovedì, 29. agosto, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Nel corso dei quasi 8 anni di pontificato, Benedetto XVI ha compiuto 24 viaggi apostolici internazionale, due dei quali in Africa.
La prima volta del successore di Giovanni Paolo II nel continente africano risale al 2009: dal 17 al 23 marzo Benedetto XVI si reca in Camerun e in Angola. In quella occasione il Papa ha voluto legare il viaggio alla Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che si sarebbe celebrata nell’ottobre successivo in Vaticano.
Allo stadio di Yaoundè, Benedetto XVI inneggiava - consegnando ai vescovi l’Instrumentuum Laboris - alla speranza. “Figli e figlie d’Africa - spronava il Papa - non abbiate paura di credere, di sperare e di amare, non abbiate paura di dire che Gesù è la Via, la Verità e la Vita, che soltanto da lui possiamo essere salvati. L’Africa è chiamata alla speranza attraverso voi e in voi! Col Cristo Gesù, che ha calpestato il suolo africano, l’Africa può diventare il continente della speranza. Noi tutti siamo membri dei popoli che Dio ha dato come discendenza ad Abramo. Ciascuno e ciascuna di noi è pensato, voluto e amato da Dio. Ciascuno e ciascuna di noi ha il suo ruolo da giocare nel piano di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo”.
Il secondo e ultimo viaggio in Africa di Benedetto XVI ha come meta il Benin. La visita ha luogo dal 18 al 20 novembre 2011. E qui il Papa consegna l’esortazione apostolica postsinodale “Africae munus”.
“La Seconda Assemblea Speciale per l’Africa - spiegava Benedetto XVI firmando l’esortazione apostolica - si è concentrata sul tema della riconciliazione, della giustizia e della pace. Si tratta di punti importanti per il mondo in generale, ma che acquistano un’attualità tutta particolare in Africa. E’ sufficiente ricordare le tensioni, le violenze, le guerre, le ingiustizie, gli abusi di ogni sorta, vecchi e nuovi, che hanno segnato questo anno. Il tema principale riguardava la riconciliazione con Dio e con il prossimo. Una Chiesa riconciliata al suo interno e tra i suoi membri potrà diventare segno profetico di riconciliazione a livello della società, di ciascun Paese e dell’intero Continente. Il fondamento di questa riconciliazione si trova nella natura stessa della Chiesa che è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Su questa base la Chiesa in Africa è chiamata a promuovere la pace e la giustizia”.