Carpi , domenica, 1. settembre, 2019 10:00 (ACI Stampa).
In questa domenica troviamo Gesù invitato a pranzo a casa di un fariseo. Gesù, da acuto osservatore, si diverte ad osservare con quanta preoccupazione gli ospiti cercano di occupare i posti d’onore. Allora, racconta una parabola dove condanna questa spasmodica ricerca dei primi posti. E offre un consiglio: “Quando sei invitato a nozze, non metterti al primo posto”.
Si tratta sicuramente di un criterio di cautela per evitare si subire l’umiliazione di dovere cedere il posto a qualcuno più importante. Tuttavia, la ragione più profonda nasce dall’esempio di Cristo. Egli il Figlio di Dio, Dio da Dio, ci ha dato l’esempio di che cosa significhi scegliere l’ultimo. Infatti, non solo ha accettato di rivestire la fragilità della condizione umana, non solo ha assunto le funzioni dello schiavo lavando i piedi ai suoi discepoli, ma ha anche accettato di sottomettersi all’umiliazione della morte in croce. Proprio perché egli ha fatto della sua vita un servizio il Padre gli ha chiesto di passare più avanti e lo ha collocato alla Sua destra con la resurrezione.
Cristo, attraverso la parabola che racconta, propone al cristiano di imitarlo e di assumere l’umiltà come stile di vita. I maestri dello spirito sostengono che l’umiltà è la base, il fondamento di tutte le virtù. Questa affermazione messa al negativo suona così: Ogni vita cristiana se non è radicata in una profonda e vera umiltà non è autentica vita cristiana.
C’è, quindi, un esame di coscienza che siamo chiamati a fare perché come insegna sempre S. Francesco di Sales: “Dalla misura dell’umiltà, si conosce il nostro progresso spirituale”.
Ma ora ci chiediamo: “Che cosa è l’umiltà?” L’Umiltà è una virtù morale, cioè il modo concreto di tradurre nella vita le virtù teologali della fede, speranza e carità, che sono i doni con cui Dio ha arricchito la nostra anima nel giorno del Battesimo. Essa, dunque, non va confusa con la modestia o con un basso concetto di se stessi o peggio ancora con una scarsa auto stima.