Città del Vaticano , lunedì, 19. agosto, 2019 11:00 (ACI Stampa).
La nave ospedale “Papa Francesco” è “una risposta al mandato del Signore, che continua a mandare i suoi discepoli per proclamare il Regno di Dio e guarire i malati”. Lo sottolinea una lettera pontificia, inviata per accogliere l’arrivo della nave ospedale intitolata a Papa Francesco al porto di Belem.
La nave Papa Francesco è un vero e proprio ospedale galleggiante, con strutture per diagnosi, cura, ricovero e prevenzione in medicina, oftalmologia, odontologia, chirurgia, laboratorio di analisi, infermeria, sala di vaccinazione ed macchinari per esami di radiografia, ecografia, mammografia ed elettrocardiogrammi. Va a servire le popolazioni indigene fluviali, circa 700 mila persone che vivono lungo 1000 chilometri di Rio delle Amazzoni nello stato del Parà e che possono essere raggiunte solo in barca.
L’idea della nave è del vescovo Bernardo Bahlmann, di Obidos, la diocesi in cui è attraccata la nave. Il vescovo Bahlmann ci ha lavorato insieme ai religiosi della Fraternità San Francesco di Assisi della Provvidenza di Dio, che gestiscono un ospedale a Rio de Janeiro.
Nella lettera, diffusa da Vatican News, Papa Francesco ha espresso la sua gioia per l’avvio dell’attività della nave ospedale, che “porterà la parola di Dio e offrirà accesso a una salute migliore alle popolazioni più bisognose, specialmente le popolazioni indigene e fluviali”.
Nella lettera, Papa Francesco sottolinea l’importanza simbolica dell’iniziativa varata alla vigilia del prossimo Sinodo sull’Amazzonia, perché vita buona per gli indigeni significa "vivere in armonia con se stessi, con la natura, con gli esseri umani e con l'Essere Supremo".