Montefiore dell' Aso , martedì, 20. agosto, 2019 12:30 (ACI Stampa).
Nell’agosto del 2013,un gruppo di cittadini di Montefiore dell’Aso (Ascoli Piceno),appassionati di meccanica, decisero di restaurare l’antico orologio solare presente sulla facciata della antica chiesa di San Filippo del loro Paese. L’orologio appariva scolorito e prossimo a scomparire del tutto.
Nel mentre il gruppo di lavoro operava al restauro, si pose il problema del rispristino del funzionamento dell’antico orologio meccanico della torre della stessa chiesa, costruito dall’orologiaio meccanico Pietro Mei nel 1855, e fermo da oltre 60 anni, che un rovinoso progetto di automazione avvenuto negli anni 80, ne aveva aggravato il funzionamento. Il gruppo di lavoro, capitanato dall’ingegner Oronzo Mauro ebbe grande successo, il ché ha portato l’associazione culturale, con il patrocinio del Comune di Montefiore, ad aprire un vero e proprio museo della “Meccanica del Tempo”.
Oronzo Mauro è membro attivo del SISFA –Società italiani storici della fisica e dell’Astronomia è anche direttore scientifico del Science Museo Lab (una rete di musei scientifici e didattici tra le province di Ascoli Piceno,Fermo e Milano) nonché della associazione restauro antichi strumenti scientifici di Brera, e Managing director presso Accenture nell’ambito del quale lavora in diversi Paesi Europei ed in Asia in progetti internazionali. Mauro ci ha detto che nel Museo di Montefiore è riuscito a raccogliere testimonianze antiche: “sono esposti 5 orologi solari di cui un emiciclo romano del II secolo, ci sono orologi da parete e 10 orologi da torre Monumentali e 200 altri tipi di orologi” .Vista la notorietà del gruppo e la missione, ripristinare antichi orologi a torre, il Sindaco Enrico Piergallini e l’assessore Rossi del Comune di Grottammare, non lontano da Montefiore dell’Aso, hanno dato incarico a Mauro di restaurare l’antico orologio civico del vecchio incasato sito in Piazza Peretti, meccanismo anche questo prodotto dal maestro orologiaio Pietro Mei a metà dell’ottocento.
La prima parte del restauro si è conclusa ai primi di agosto di quest’anno ed il curatore lo ha presentato nella medievale piazza intitolata a Felice Peretti (Sisto V- 227^pontefice dal 1585 al 1590 e nativo di questo Paese detto “Il Papa Tosto”) al Sindaco ed ai cittadini. L’ingegnere ha poi edotto i presenti con una breve lezione sugli orologi antichi. Ha rivelato di aver trovato nell’archivio del Comune, antichi documenti risalenti ai primi anni del 1800 quando il territorio de la Marca era territorio Pontificio “c’ è un calendario del 1843- dice Mauro- su come inviare la corrispondenza a Fermo e in altri distretti e di come i cittadini potessero ritirarla ad un certo orario ed in certi giorni al suono delle campane, un servizio che veniva dato ai cittadini ed ai contadini per regolarsi sulle ore di lavoro restanti del giorno”. Nella piazza Peretti si affacciano l’ antica chiesa di San Giovanni Battista, ove è sito ora il museo Sistino, il Palazzo Priorale, l’Altana dell’orologio ed il Teatro dell’Arancio del 1700. Nel portico della piazza, uno splendido belvedere dal quale è possibile ammirare tutta la costa. Poco distante la seicentesca chiesa di Santa Lucia attribuita all’architetto Fontana voluta da Sisto V.
“Il tempo - racconta Oronzo Mauro -è caratterizzato da tre momenti storici: l’ora del tempo dei romani che arriva al primo medioevo nel quale il giorno finisce con il tramonto del sole, le terme dei romani avevano l’orologio solare sulle pareti e tutte le case dei patrizi ne erano dotate. L’ora Italica, dal 1300 in poi con orologi forniti di meccanismi e contrappesi o ad acqua, gli orologi erano mono lancetta ed erano a sei ore o dodici ore. L’ora nel periodo francese che va dal XVIII secolo alla Rivoluzione francese, dove le lancette finiscono alla mezzanotte e le 12 ore si ripetono due volte.