Roma , martedì, 13. agosto, 2019 16:00 (ACI Stampa).
A Piazza Argentina, a Roma, è possibile visitare la chiesa delle Sacre Stimmate di San Francesco. Questo luogo di culto, per anni, è stato retto dai Padri cappuccini della Provincia Picena. Ed uno dei religiosi che tanto si è dato da fare per restituire il tempio alla partecipazione dei fedeli è stato padre Bartolomeo da San Severino Marche.
Ricordare quest'uomo è tenere viva l'immagine di un autentico francescano: povero, allegro e disponibile. Sempre pronto a fare del bene ed a darsi da fare pur di essere di aiuto ai fedeli che si affacciavano alla porta della chiesa per una qualche necessità spirituale o materiale.
Nel necrologio, scritto dai confratelli, si apprende che fu ”un religioso tutto in positivo, ansioso di consumarsi per il bene della chiesa e delle anime”. Mai parole furono più vere.
Enrico Angeloni, questo il suo nome civile, nacque a San Severino Marche il 30 marzo 1915 da una famiglia che aveva nella fede quella risposta concreta alle difficoltà del quotidiano. Giovanissimo, sentendo dentro di se l'amore alla vita cappuccina, entrò nel seminario serafico di Cingoli (1926). Novizio a Camerino (1931) nel quale emise la prima professione religiosa, mutando il nome secondo le consuetudini cappuccine per essere ordinato, dopo quattro anni di Studio teologico a Loreto, il 9 luglio 1939. La professione solenne, come frate minore, che lo legò per sempre alla famiglia francescana la emise il 5 aprile 1936 ad Ancona.
Stimato dai superiori viene scelto per lo studio del Diritto canonico all'Università Gregoriana nella quale il 14 dicembre 1944 discusse una tesi di laurea, avente ad oggetto I Privilegi lauretani: uno studio storico e giuridico. Questa venne pubblicata, nel 1951, facendo ottenere il Dottorato al giovanissimo Padre Bartolomeo.