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Papa Francesco: "Guerra e terrorismo grandi sconfitte per l'umanità"

All'Angelus il Papa ricorda il 70/mo anniversario della Convenzione di Ginevra

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Il tema della vigilanza è al centro della riflessione di Papa Francesco, offerta stamane ai fedeli in occasione dell’Angelus domenicale.

La vigilanza - spiega Francesco - va vissuta abbandonandosi “con semplicità e fiducia alla volontà di Dio, che ci guida verso la meta successiva. Infatti, chi si fida di Dio sa bene che la vita di fede non è qualcosa di statico, ma è dinamica: è un percorso continuo, per dirigersi verso tappe sempre nuove, che il Signore stesso indica giorno dopo giorno perché Lui è il Signore delle sorprese, delle vere novità”.

Le lampade accese - aggiunge ancora il Pontefice - stanno ad indicare che dobbiamo “vivere una fede matura, capace di illuminare le tante notti della vita. Tutti abbiamo avuto giorni che erano delle notti spirituali. La lampada della fede richiede di essere alimentata di continuo, con l’incontro con Gesù nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. Portate sempre un piccolo Vangelo in tasca, per leggerlo. Questa lampada ci è affidata per il bene di tutti: nessuno, dunque, può ritirarsi intimisticamente nella certezza della propria salvezza, disinteressandosi degli altri. La fede vera apre il cuore al prossimo e sprona verso la comunione concreta con i fratelli, soprattutto con coloro che vivono nel bisogno”.

La vigilanza - continua il Papa - ci porta infine “all’incontro ultimo e definitivo col Signore”, che “ci ricorda che la vita è un cammino verso l’eternità; pertanto, siamo chiamati a far fruttificare tutti i talenti. In questa prospettiva, ogni istante diventa prezioso, per cui bisogna vivere e agire su questa terra avendo la nostalgia del cielo, i piedi per terra e il cuore nostalgico del cielo”.

La felicità - aggiunge Papa Francesco - in paradiso vedrà “non più i servi, cioè noi, a servire Dio, ma Dio stesso si metterà a nostro servizio. Questo la fa Gesù da adesso, prega per noi. Gesù è nostro servitore. Il pensiero dell’incontro finale con il Padre, ricco di misericordia, ci riempie di speranza, e ci stimola all’impegno costante per la nostra santificazione e per costruire un mondo più giusto e fraterno”.

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Dopo aver recitato l’Angelus, il Papa ricorda il 70° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, “importanti strumenti giuridici internazionali che impongono limiti all’uso della forza e sono volti alla protezione di civili e prigionieri in tempo di guerra”.

“Possa questa ricorrenza - è l’auspicio del Pontefice - rendere gli Stati sempre più consapevoli della necessità imprescindibile di tutelare la vita e la dignità delle vittime dei conflitti armati. Tutti sono tenuti a osservare i limiti imposti dal diritto internazionale umanitario, proteggendo le popolazioni inermi e le strutture civili, specialmente ospedali, scuole, luoghi di culto, campi-profughi. E non dimentichiamo che la guerra e il terrorismo sono sempre una grave perdita per l’intera umanità. Sono la grande sconfitta umana”.